DVD: “Carlos Saura Collection” e “Abuna Messias”

San Paolo omaggia il grande regista spagnolo e rispolvera Alessandrini

Vogliamo segnalare una bella uscita nei dvd San Paolo: la Carlos Saura Collection. Si tratta di una scelta di cinque film del regista spagnolo Carlos Saura, con alcuni dei suoi titoli più noti e importanti. Si parte con La caccia, vincitore dell’Orso d’Argento a Berlino nel 1966, l’opera che rese noto all’attenzione della critica mondiale il giovane cineasta iberico. È un racconto inquietante, che dimostra tutti i debiti nei confronti del grande connazionale Buñuel, ma al tempo stesso riesce a non appiattirsi su modelli narrativi già visti. Un gruppo di borghesi di mezza età, accompagnati da un giovane, vanno nella tenuta brulla e degradata di uno di questi (e qui non può non venire in mente Las Hurdres) per una battuta di caccia. L’istinto violento insito nella pratica venatoria, l’ambiente ostile, il sole implacabile che taglia le ombre in modo netto (accentuato da uno splendido bianco e nero), fanno sì che le pulsioni represse, gli odi mai sopiti, la rivalità virile appena appena nascosta dal perbenismo borghese esplodano facendo sì che i fucili a un dato momento non vengano più puntati sugli animali selvatici, ma sui cacciatori stessi. È un lucido apologo di una società che deve fare i conti con un passato mal digerito, fatto di guerra civile e sopraffazioni, solo in apparenza pacificato dal regime franchista ancora imperante. E la grandezza di Saura si dimostra nel non fare alcun accenno politico diretto, ma nel descrivere una normale situazione che degenera fino a raggiungere un vero livello di universalizzazione.

Facendo un salto di qualche anno, troviamo Cría cuervos…, Gran Premio della Giuria a Cannes nel 1977. Finito il franchismo, il cinema di Saura può cominciare a fare i conti direttamente col passato, senza allegorie. Ecco così che nasce questo racconto, di stampo bergmaniano, legato ai ricordi di infanzia di una donna, alle sue fantasie di bambina che vede nel padre, un militare franchista, il responsabile della profonda insoddisfazione della madre, al punto da convincersi di averlo ucciso (invece lo ha solo desiderato). Giocando sullo sfalsamento temporale, sulla confusione tra fantasia e realtà, Saura riesce a descrivere molto bene un universo infantile (il titolo del film fa riferimento a una filastrocca popolare) che crea le basi per la vita futura adulta, una vita che è sì quella dei personaggi, ma anche quella del popolo spagnolo. Troviamo qui tra gli interpreti Geraldine Chaplin, al tempo moglie del regista, che tornerà in diversi dei suoi titoli successivi.

Uno di questi, Elisa, vida mia (1977), fa pure parte della collezione e vede la Chaplin protagonista assoluta accanto al mostro sacro del cinema spagnolo, Fernando Rey, premiato a Cannes per questo ruolo. È uno di quei racconti fatti di niente, basati sul confronto tra due caratteri – un padre anziano che si è ritirato a vivere in campagna in attesa della morte e la figlia, Elisa, separata dal marito e in crisi esistenziale –, affidati alla straordinaria bravura degli interpreti. Il film consiste dei loro volti, esplorati in primi e primissimi piani che diventano paesaggio dell’anima, varchi per le fantasie e i ricordi, per le emozioni di superficie e i sentimenti più sopiti.

Col titolo successivo la collezione San Paolo ci fa conoscere un altro aspetto del cinema di Saura: il sarcasmo e il grottesco che animano Mamà compie 100 anni (1979), candidato all’Oscar come Miglior Film Straniero. A dire il vero questa dimensione comico-surreale ci sembra tra le meno convincenti e in particolare questo film, molto apprezzato all’epoca, appare oggi assai datato con la sua galleria di personaggi bidimensionali al limite della macchietta. Il racconto assomiglia a certe suggestioni sudamericane alla García Márquez con una matriarca centenne che vive in una grande casa sospesa nel tempo, circondata da figli pazzi, donnaioli o militari fanatici e da nipoti assortiti. L’occasione del suo compleanno permette una riunione generale cui partecipa anche una ex governante straniera (Geraldine Chaplin) col marito, che si ritroverà invischiata nelle dinamiche famigliari dai risvolti torbidi e loschi (la vicenda ricorda un po’ il dimenticato film di Monicelli Toh, è morta la nonna!).

Infine Carmen Story (1983) è un saggio – senz’altro il migliore – di quel cinema di Saura legato al mondo della danza (Nozze di sangue, L’amore stregone, Flamenco, Tango, Flamenco Flamenco…), spesso incentrato, come in questo caso, sull’arte di Antonio Gades. Giocato come un metatesto sulla Carmen di Bizet, il film racconta di una compagnia di flamenco che deve mettere in scena un balletto basato sulla celebre opera. Ma la prima ballerina (una conturbante Laura Del Sol) si comporta nella vita come la sigaraia del palcoscenico, portando all’esasperazione la gelosia del capocomico (Gades). Saura riesce perfettamente a fondere le due vicende passando da un livello all’altro con tale abilità da spiazzare spesso lo spettatore che non sa più se sta assistendo alle prove del balletto o a un vero melodramma che si vive tra le quinte.

La scelta dei titoli San Paolo rende onore al periodo migliore di questo regista ancora (iper)attivo, i cui ultimi film sono davvero imparagonabili con i capolavori del passato (ci riferiamo ai polpettoni in costume come Goya o Io, don Giovanni, così stereotipati e anonimi). Ogni dvd è accompagnato da una scheda critica di Pino Farinotti che aiuta a cogliere alcuni aspetti stilistici e tematici delle pellicole. Se escludiamo Mamà compie 100 anni, che presenta diverse spuntinature e qualche graffio qua e là, l’immagine risulta pulita e chiara. Elisa, vida mia ha solo l’audio originale sottotitolato, mentre gli altri hanno il doppio canale. Nel complesso, un acquisto doveroso per arricchire la videoteca di ogni buon cinefilo.

Abuna Messias

Esce in dvd un film fondamentale per il cinema italiano degli anni del fascismo, quell’Abuna Messias (1939) di Goffredo Alessandrini che segnò la prima esperienza produttiva di rilievo della futura San Paolo Film. Purtroppo bisogna dire che il dvd della San Paolo non rende certo onore alla storia della Casa: si tratta di un riversamento maldestro, probabilmente da una copia in 16mm., con frequenti salti di fotogrammi, sfocature, graffi in abbondanza e audio altalenante.

È un peccato che San Paolo Audiovisivi dimostri così poco rispetto per dei titoli che sono capisaldi della cinematografia di ispirazione cristiana in Italia (era già successo con Cielo sulla palude che abbiamo già stigmatizzato su questo sito). Un film come questo, che ha dei valori cinematografici indubbi e che, realizzato in pieno fascismo, si contrappone alla visione razzista e colonialista del regime, sarebbe indispensabile per chiunque voglia studiare non solo la storia del cinema, ma anche la storia del nostro Paese. In questo modo si ottiene solo il risultato di allontanare lo spettatore meno abituato al cinema del passato e in bianco e nero, come pure l’esperto che pretende di vedere una copia restaurata al meglio nella sua luminosità argentea. Se si aggiunge la totale mancanza di extra, documenti d’epoca, booklet, commenti, ecc., non resta che sconsigliarne vivamente l’acquisto!