“Il Paese dei Campanelli” presentato dalla Compagnia Italiana Operette

“Il Paese dei Campanelli”, un’operetta senza tempo, ambientata in un’immaginaria isola olandese, scritta e musicata dalla coppia Lombardo – Ranzato, è stata portata in scena il 10 gennaio al Teatro Corso di Mestre dalla Compagnia Italiana di Operette.

Nel Paese dei Campanelli sopra ogni casa c’è un piccolo campanello, custode della virtù di mogli e fanciulle: la leggenda vuole che se una moglie tradisce il marito, il campanello inizi a suonare, svelando a tutti il misfatto. Ma i campanelli tacciono da sempre, poiché nel paese regna la tranquillità. Quando però una nave militare è costretta ad attraccare sull’isola e gli ufficiali della marina scendono a terra, accade l’inevitabile. Il capitano Hans e la sua ciurma non rinunciano a corteggiare le donne del paese e, uno alla volta, tutti i campanelli suoneranno.

La vicenda si complica quando il marianio La Gaffe (interpretato con scoppiettante allegria da Umberto Scida), il cui nome la dice lunga circa la sua principale caratteristica, per errore invia un messaggio alle mogli degli ufficiali, che a loro volta approdano sull’isola. Di nuovo suoneranno tutti i campanelli, questa volta però a testimoniare l’infedeltà dei mariti del Paese dei Campanelli.

La leggenda, comunque, narra che se un giorno ogni cento anni i campanelli resteranno muti, non suoneranno mai più. Mentre tutti, abitanti e ospiti, attendono che scocchi l’ora tanto attesa senza alcun tintinnio, La Gaffe non si smentisce, e, suo malgrado, fa suonare i campanelli. Gli ufficiali ripartiranno con le loro mogli, mentre anche i pescatori del Paese dei Campanelli, soddisfatti per aver “pareggiato”, tornano a casa con le loro donne. La vita riprende tranquilla… fino a quando i campanelli non suoneranno di nuovo.

Il Paese dei Campanelli è un’operetta senza tempo, leggera e colorata. La sceneggiatura, con le case grandi a tinte vive, ma anche le movenze degli artisti e la loro disposizione sul palco ricordano il teatro dei burattini. I costumi sono, come l’ambientazione, stereotipici: tutti calzano grandi zoccoli, le fanciulle deliziose cuffiette e copricapi a punta; grandi fiocchi colorati adornano i loro lunghi capelli e gli abiti sono quelli che ricorrono nelle pubblicità di prodotti tipici, come il latte. In evidenza anche i tulipani (all’inizio della vicenda una frizzante Bonbon è di ritorno proprio dalla festa dei fiori), persino stampati sugli abiti del borgomastro.

Tutto si svolge nella piazza del paese, unica ambientazione in entrambi gli atti: si sa che gli olandesi amano conversare seduti appena fuori dal loro portone.
L’arrivo dei marinai è un’allegra parata, perfettamente in linea con l’immaginario collettivo.

Una serata deliziosa e allegra per un pubblico alla ricerca di quel clima giocoso e burlesco caratteristico del genere. Un plauso va all’affiatamento degli attori, che riescono a trasmettere senza ostacoli, l’ottimo lavoro di squadra che il sipario chiuso nasconde.