Incontro con Hains Hollein

Un altro incontro con un importante architetto per i "I sabati dell'architettura" della Biennale

Il 25 settembre alle ore 14, alla Biennale di Venezia, Giardini Esedra in occasione della 12 Mostra Internazionale di Architettura, per il ciclo di conferenze “I sabati dell’Architettura”, Hans Hollein ha presentato la conferenza “Sensori del futuro. L’architetto come sismografo”.

Alla tavola rotonda sulla 6 Mostra Internazionale di Architettura hanno anche partecipato: Odile Decq, Zvi Tadeusz Hecker, Hans Ulrich Olbrist, Gianni Pettina e Dietmar Steiner.

Hans Hollein apre raccontando lo spirito del messaggio “Architetto Sismografo”che definisce come un’evoluzione nel mondo dell’architettura. Per la prima volta nella storia, gli architetti devono percepire situazioni sconosciute e tradurle in spazi in continua mutazione.
Il modello di città come agglomerato fisico oramai superato lascia spazio all’urbanizzato continuo, frutto dell’evoluzione dei trasporti, dei sistemi di comunicazioni e del nuovo modo di vivere le relazioni.
La risposta a tutto ciò non può essere data solo da strutture architettoniche, ma da progetti capaci di interpretare nuovi virtuosismi abbattendo le barriere tra arte e design.

Odile Decq, vincitrice del Leone d’Oro alla sesta edizione della Biennale di Architettura, ha posto l’accento sul fatto che il 1996 rappresentava un momento di grandi aspettative, a pochi anni dalla fine del ventesimo secolo, visto che si stavano esprimendo le progettualità visionarie dal secondo dopo guerra, anche se in quel periodosi sarebbero dovute introdurre tutte le nuove rivoluzionarie tendenze del ventunesimo secolo.

In comune “vecchie” e “nuove” tendenze avevano la grande forza espressiva e il fatto di non poter essere classificate in nessuna corrente o tendenza artistica.
Hollein parla di architettura capace di esprimere “il proprio tempo” in maniera del tutto originale che la sezione Radicals rappresentava, anche attraverso linguaggi di comunicazione innovativi quali fotomontaggi, video e performance.

La 6. Mostra Internazionale di Architettura eprimeva problematiche comuni della città e della società del XX secolo nei vari paesi del mondo, ma anche varie vie di risoluzione dei problemi.
Ha fatto molto discutere, ma ha anche rappresentato una novità senza precedenti, il Padiglione USA, con il progetto degli architetti Stern, Venturi, Graves per i parchi Disney in California e Florida, che avevano proposto una “metropoli dei sogni” dove anche gli adulti potevano fuggire dalla realtà.

La tavola rotonda ha proseguito poi citando le opere di illustri architetti presenti all’esposizione del 1996, tra cui Tadao Ando, Renzo Piano e Kezuko Sejima (attuale direttore della 12 Biennale Architettura), allora giovane promettente, presente nel Padiglione Centrale Emergency Voice.
Dietmar Steiner ha sottolineato l’importanza dell’esposizione internazionale di architettura che la Biennale organizza, in quanto momento unico di confronto e riflessione di nuove e classiche tendenze e dell’importanza dei metodi di comunicazione utilizzati, di anno in anno sempre più all’avanguardia.

Alla fine della Hans Hollein si è soffermato sul ruolo rivestito dallla fotografia nella Biennale di Architettura che lui ha curato, e definendolo come il linguaggio principale per descrivere e raccontare l’architettura e il rapporto con il contesto e la società che l’ha generata, e per questo aveva organizzato nel Padiglione Centrale un’importante rassegna fotografica con i più importanti fotografi specialisti a livello mondiale, tra cui Gabriele Basilico.
Nella 6. Biennale di Architettura aveva fatto per la prima volta la sua comparsa il fotomontaggio, importante mezzo di comunicazione per simulare atmosfere irreali in un paesaggio reale, dal quel momento diventato strumento indispensabile per ogni tipo di progetto.

Foto a cura di Romina Greggio Copyright © NonSoloCinema.com – Romina Greggio