“Una risata vi seppellirà”, così recitava uno slogan dello scorso secolo. Altri tempi, diversi gli obiettivi. La risata quale strumento catartico per deridere i despoti, i potenti e i guerrafondai. L’umorismo come valvola di sfogo per lenire tensioni, angosce e paure. La carezza del sarcasmo unita al graffio della satira, ecco come appare ai suoi ospiti Ludere et ledere. Umorismo grafico e satira politica.
“La satira corregge i costumi deridendoli”
Jean de Santeuil
Un’esposizione – curata da Dino Aloi e Paolo Moretti, con la collaborazione della “Fondazione Bergamo nella Storia-Museo Storico” di Bergamo insieme alla “Associazione Culturale Fondo Paolo Moretti” – che offre la possibilità di osservare con buonumore la trasmutazione del disegno satirico e umoristico, dal 1848 ad oggi, attraverso più di quattrocento pezzi tra disegni originali, vignette, caricature, animazioni, “Caroselli”, stampe, riviste, libri e sculture. Si tratta dunque di un’ampia antologica, che invoglia il pubblico d’ogni età a ripercorrere la Storia tramite le “sciabolate” dei suoi più grandi autori: da Casimiro Teja – in arte Puff – a Pino Zac, da Bruno Bozzetto ad Osvaldo Cavandoli, da Tullio Altan ad Emilio Giannelli, da Giuliano Rossetti a Franco Bruna, da Sergio Staino ad Achille Superbi, da Aldo Bortolotti a Gianni Chiostri.
I protagonisti assoluti della rassegna sono, naturalmente, la satira e l’umorismo grafico, analizzati in tutte le loro espressioni: dalla rappresentazione dei piccoli capolavori artistici delle cosiddette “matite geniali” – ora spietate iperrealiste, ora capaci con una sola linea di rievocare tutto un universo -, alla comicità di battute così fulminanti e pertinenti da poter infliggere uno scotto a personaggi politici, costumi e società.
La mostra è soprattutto un invito a ripercorrere con i propri occhi, in maniera trasversale, la Storia d’Italia attraverso l’evoluzione delle inclinazioni e dei meccanismi comunicativi, che hanno utilizzato e utilizzano tuttora quella “fotografia” disillusa, in alcune circostanze perfino irriverente della realtà, che è stata e continua ad essere il disegno satirico. Così fra satira, umorismo, caricature e cartoons il visitatore è accolto in quel mondo parallelo che da sempre fa parte della storia collettiva del Paese.
I curatori però non hanno voluto fare una rivisitazione storica tramite i soli documenti, bensì attraverso le immagini, preferendo concentrarsi su ciò che possono essere i campi che fanno dell’umorismo un mezzo di comunicazione. Usando questa metodologia è stata creata una suddivisione per sezioni, pur cercando di mantenere un filo conduttore, che inevitabilmente è, e resta, la Storia.
Il celebre commediografo Eugène Ionesco potrebbe essere considerato – a detta dello scrivente – il simbolo della rassegna, basta leggere questa sua citazione tratta da Note e contronote: “Dove non c’è umorismo non c’è umanità: dove non c’è umorismo (questa libertà che ci prende, questo distacco di fronte a se stessi) c’è il campo di concentramento.” Con ciò si vuol evidenziare che anche in pieno secondo conflitto mondiale non mancava quella sana ed utile dose di sarcasmo, che ha contribuito ad alleviare le sofferenze del popolo italiano, e in particolare di quello ebraico, che anche in Italia è stato costretto a viaggiare sui treni diretti ai lager nazisti.
Un po’ quello che accadde ad uno dei protagonisti dell’evento, Osvaldo Cavandoli, che nel ‘43 fu deportato in Germania. Certo, non era facile fare dello humour, un termine allora al bando, eppure anche sotto l’egida dei serrati controlli del fascismo, con un po’ di fantasia – anche se criptica – si riuscì a superare quei tragici eventi.
Seguono periodi non meno violenti, come il ’68 e i famosi “anni di piombo”, nondimeno anche allora non mancava l’allegria, grazie ad artisti del disegno, anche animato, e a fini umoristi.
Si passi ora ai veri interpreti della mostra, chi li potrebbe presentare meglio del suo collezionista Paolo Moretti? Ecco un estratto di cosa ha scritto a tale proposito: “Preso dal desiderio di approfondire le vicende storiche dell’Ottocento e del Novecento in modo non conformistico, senza sottopormi alle torture dei ponderosi, paludati e spesso ideologizzati saggi di quelli che Edmondo Berselli chiamerebbe ‘i venerati maestri’ ho trovato nella satira politica lo strumento per raggiungere il mio obiettivo. Sono diventato negli anni un collezionista, figura non priva di perversioni, nella ricerca appassionata e apparentemente irrazionale di riviste, libri, album, almanacchi, strenne, calendari tutti esclusivamente dedicati alla satira politica e all’umorismo grafico.”
Il viaggio del visitatore nel tempo parte da un personaggio molto singolare: un filo, un tratto bianco all’apparenza, che prende forma e si trasmuta in un divertente personaggio dall’accento brianzolo e dal temperamento irascibile. Vi torna in mente oppure siete troppo giovani per averlo riconosciuto? E’ il “Signor Linea”, testimonial della “Lagostina” dal 1976, ma che pian piano è cresciuto ed ha avuto una sua autonomia, fino al punto di girare dei cortometraggi – assieme al suo affezionato disegnatore Osvaldo Cavandoli – che hanno conseguito notevole successo sia in Italia sia all’estero: umorismo nel cinema d’animazione. Con questo celeberrimo interprete si è entrati nella sezione dedicata all’animazione, in cui sono esibiti i migliori artisti nazionali, tutti legati – non per caso – a “Carosello”, alla pubblicità e agli anni d’oro delle produzioni di questo genere. Si vedono così le opere dei Fratelli Gavioli, gli indimenticabili autori di deliziosi “corti”.
C’è poi Marco Biassoni, splendido ideatore di spot televisivi e nel contempo brillante illustratore, dotato di un segno traboccante di comunicazione che è frutto d’anni di esperienza. Ed ancora i meravigliosi cartoons di Bruno Bozzetto, il celeberrimo creatore di cartoni animati con personaggi unici come il “Signor Rossi”, l’italiano per eccellenza. Al “cartoonist” lo scorso 6 marzo l’Università di Bergamo ha consegnato la laurea honoris causa in “Teoria, tecniche e gestione delle Arti e dello Spettacolo”. Secondo le parole del rettore Alberto Castaldi: “L’Ateneo bergamasco vuole formalmente premiare i meriti acquisiti dal cartoonist con la sua filmografia, apprezzata in tutto il mondo […] Bozzetto rappresenta un’eccezione positiva che meritava di essere riconosciuta dalla nostra Università.”
Proseguendo a ritroso nel tempo gli spettatori si troveranno a contatto con i cento autori più emblematici che hanno collaborato ai giornali satirici ed umoristici. S’inizia dai cosiddetti “carbonari” del 1848 come Mattei, forse il primo disegnatore satirico italiano che cominciò a pubblicare su “L’Arlecchino di Napoli” le sue incisioni politiche, per giungere all’Unità d’Italia e all’epoca del ministro Giolitti – stimolante uomo politico per decine di vignettisti -, proseguendo con la prima guerra mondiale, il “ventennio” fascista ed ancora lo sventurato secondo conflitto. Da qui si prosegue il viatico nel dopoguerra, dalla ricostruzione fino al boom dei fatidici anni ’60.
Si giunge così al settore dedicato agli autori contemporanei che è stata ripartito in due sezioni: “con parole” e “senza parole”, per far comprendere come talvolta i linguaggi siano i più diversificati e possano essere affrontati in maniera totalmente differente. In queste due sezioni si trovano alcuni artisti già presenti nella parte storica, ma con disegni originali, così come per altri autori contemporanei, purtroppo scomparsi.
A conclusione del percorso si osservano alcune opere particolari tratte dal “Fondo Moretti”. Per celebrarlo in modo degno, senza creare sovrapposizioni o doppioni di quanto già visto, gli organizzatori hanno pensato di mostrare l’aspetto internazionale del “Fondo” con riviste inglesi, francesi e tedesche del secolo scorso, e con alcune preziosissime litografie di Honoré Daumier, assieme a giornali satirici del periodo della “Comune” parigina. Si vedranno pertanto opere di Giorgio Cavallo affiancate a quelle di Altan, il più penetrante “battutista” italiano, oltre alle tavole dei poliedrici Angese, Staino, Giuliano, Fremura e tanti altri.
Il visitatore, sicuramente, troverà interessante leggere i vari documenti che simboleggiano le più importanti trasformazioni della stampa e il faticoso passaggio di costumi e cultura tra l’Ottocento e il Novecento.
“Non arriviamo sino ai giorni nostri volutamente, fermandoci ad un grande in assoluto, a Pino Zac, autore di straordinario talento e ideatore di riviste indimenticabili come Il Male e L’Anamorfico. Successivamente, abbiamo quindi pensato di presentare alcuni dei giornali da cui abbiamo estrapolato i disegni. Non moltissime per la verità, una trentina di riviste che sono certamente le più significative ricavate e scelte su una gamma di oltre mille.” Così riferiscono i curatori nel catalogo ed è giusto, se no dove starebbe la curiosità per l’ancora ignoto mondo della satira?
“Ludere et Ledere. Umorismo grafico e satira politica”
Museo Storico, Ex Convento di San Francesco
Piazza Mercato del Fieno 6/A, Bergamo
Tel. 035 247116 – 226332
info@bergamoestoria.it
Orari: dalle ore 9.30 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 17.30
Catalogo: “Edizioni Il Pennino”