“NO” DI Diego Cugia

No

Uno show sulle ultime visioni dei morenti è il Grande Fratello del futuro. Una giovane professoressa italiana, scippata della propria memoria, è costretta a condividerla con il pubblico della Grande Rete sotto l’effetto di un veleno allucinogeno

Sono le parole con cui lo stesso Diego Cugia, uno dei più noti autori di programmi radiofonici e televisivi, descrive il suo romanzo. Un racconto apocalittico che prende le mosse dalla realtà italiana contemporanea e la trasfigura in un ipotetico futuro in cui i reality show diventano elemento di giudizio della vita o della morte dei malcapitati protagonisti.

Il racconto inizia con l’irruzione nella casa del faro dell’isola greca di Antikythera di una troupe della Grande Rete Interattiva. Lì si è rifugiata nel 2001, in volontario esilio, una giovane professoressa ribelle. Il deux ex machina dell’internettiana trasmissione “Cookies”, il “Principe”, avvelena a morte la donna con un biscotto allucinogeno, per trasmettere in diretta sugli schermi le ultime visioni della vittima protagonista dello show. Sta al pubblico da casa giudicare, attraverso le immagini proiettate dalla memoria cinematografica di Speranza Adiamoli se la sua vita valga ancora la pena di essere vissuta.

Quelle proiettate sono le immagini dell’Itala di oggi, uno spaccato di quella realtà a cui lei aveva detto “No” sedici anni prima: un’autocritica spietata della società dell’immagine in cui tutto esiste per essere vissuto sugli schermi, in cui l’esistente stesso non è tale se non si fa televisione, in cui la gente di spettacolo è la nuova casta del potere.
I ricordi di Speranza Adamoli sono dati in pasto al pubblico in onore del Dio Auditel, la sua travagliata storia d’amore con Paolo insieme a tutti i momenti più significativi della sua vita sono risucchiati dalla Grande Rete per essere giudicati in diretta mondiale negli ottanta minuti che le sono concessi. Bisognerà aspettare l’arrivo della busta per conoscere il verdetto, interrogandosi sulle sorti di un futuro globalizzato dove l’autonomia di giudizio lascia il posto a un abbrutimento generale fatto di lifting, palestre e reality show.
No è forse il romanzo più significativo scritto dall’autore/alter ego di Jack Folla, DJ rinchiuso nel braccio della morte in attesa dell’esecuzione e voce narrante del programma radiofonico e televisivo “Alcatraz”. Un intrigo avvincente in cui riecheggiano voci, musiche e aforismi dei precedenti lavori radiofonici e televisivi di Diego Cugia, una storia singolare costruita attraverso uno stile narrativo fatto di immagini che prendono vita dalla sua visionaria estetica da videoclip.

Un romanzo di passioni e rivolta nell’Italia di queste ore. La nostra storia, com’è e come vorremmo non dovesse mai essere.

Diego Cugia (Roma, 24 maggio 1953) è giornalista e scrittore, nonché regista e autore radiotelevisivo. È autore di diversi libri tra cui Jack Folla Alcatraz (Mondadori, 2000), No (Bompiani, 2001), Il Mercante di Fiori (Mondadori, 2002), Un amore all’inferno (Mondadori, 2005).

D. Cugia, No, Milano, Bompiani, 2002, €7.40