Unica data italiana dell’acclamato tour europeo del 2005, il concerto di Paolo Conte nella suggestiva cornice dell’anfiteatro veronese ha regalato momenti di emozioni intense e musica di gran classe. In diecimila ad acclamarlo a più riprese, per tutta la durata dell’esibizione, ma il cantautore astigiano non si sbilancia, e rimane fedele alla sua leggendaria riservatezza.
È proprio vero quel che comunemente si dice: ‘la classe non è acqua’, o ‘nobili si nasce, non si diventa’. Battute a parte, i concerti di Paolo Conte sono sempre stati garanzia e sinonimo di qualità, eleganza, discrezione. C’era quindi molta curiosità intorno all’effetto che avrebbe sortito l’imponente cornice veronese sul distinto autore astigiano, abituato ad esibirsi in luoghi molto più raccolti e consoni alla sua proverbiale timidezza.
Il risultato è stato sbalorditivo: Conte è rimasto impassibile, taciturno (si è rivolto al pubblico solo per presentare, di volta in volta, i suoi musicisti), lasciando che fosse esclusivamente la sua musica – magnifica e superba – a parlare per lui. Il programma ha previsto 21 brani divisi in due tempi, per un totale di circa 2 ore di spettacolo, tra cui solo 6 estratti dall’ultimo disco “Elegia”. Il resto proveniva tutto dall’imponente discografia contiana precedente al seminale “900”, del 1992.
Il concerto si apre con La donna d’inverno e Sparring Partner, e il pubblico capisce subito che sarà una grande serata, un magico tuffo nel passato come non accadeva da tempo, e acclama e batte le mani non appena riconosce il motivo della canzone. Dopo Come-di arriva Elegia, title-track dell’ultimo album, per poi ritornare subito al passato con la splendida Sotto le stelle del jazz e il superbo incedere di Alle prese con una verde milonga. Le canzoni più vecchie sono tutte ri-arragiate in una veste nuova (per quanto riguarda la scelta degli strumenti e alcune tessiture armoniche) ma molto discreta. Niente scossoni bruschi dunque, ma piccoli, deliziosi dettagli sparsi qua e là per la gioia dell’orecchio più accorto.
Dopo la sempre sensuale Schiava del Politeama arriva l’unica variazione rispetto al programma stabilito: Genova per noi (al posto di Non sense), accolta da un’ovazione. Il clima rimane ancora caldissimo con Via con me, mentre il primo set si chiude con la pacata Molto lontano, ancora dall’ultimo album.
Il secondo tempo si apre con il botto (Bartali) e l’emozione continua a salire altissima attraverso le pietre miliari del canzoniere contiano (Lo zio, Gioco d’azzardo), fino all’iperbolico incedere di Max e al tour de force (per lo strepitoso Daniele Dall’Omo alla chitarra acustica) di Diavolo rosso. In Chissà Conte si cimenta anche con la marimba (la sua passione giovanile), mentre i suoi musicisti si scambiano gli strumenti ad ogni brano, passando con facilità dal pianoforte, al sax, al clarinetto. Eden (una chicca che risale a “Parole d’amore scritte a macchina”, del 1990) chiude degnamente il sipario su un evento memorabile. Nessuno intende muoversi dai propri posti, ma c’è spazio solo per un paio di bis frettolosi, La giacca nuova e ancora Via con me, mentre le luci in sala si accendono già. Alla fine, esplode una standing ovation meritatissima, ma l’avvocato in frac, con un gesto pacato ma molto eloquente – passandosi la mano tesa sotto il mento – sottolinea che non è più possibile andare oltre.
Per chi se lo fosse perso, circola già la notizia confortante che il concerto sia stato registrato, e che verrà pubblicato prossimamente in DVD.
(nella foto, la locandina del concerto)
SCALETTA:
La donna d’inverno
Sparring Partner
Come-di
Elegia
Sandwich Man
Sotto le stelle del jazz
Alle prese con una verde milonga
Schiava del Politeama
Genova per noi
Via con me
Molto lontanoBartali
Bamboolah
Lo zio
Madeleine
Chissà
Lupi spelacchiati
Gioco d’azzardo
Max
Diavolo rosso
EdenBIS:
La giacca nuova
Via con meFORMAZIONE:
Paolo Conte (voce, pianoforte, vibrafono)
Daniele Di Gregorio (pianoforte, batteria, marimba)
Jino Touche (contrabbasso, chitarra)
Daniele Dall’Omo (chitarra)
Massimo Pitzianti (pianoforte, tastiere, fisarmonica, bandoneon, clarinetto, sax baritono)
Claudio Chiara (basso, tastiere, fisarmonica, sax contralto, sax baritono, clarinetto)
Luca Velotti (sax soprano, tenore, contralto e baritono, clarinetto)
Lucio Caliendo (oboe, fagotto, percussioni)