Orizzonti
Diventare camionisti non sembra un gran sogno di bambino, ma questa è l’aspirazione dichiarata di Cocada, adolescente cresciuto nella poverissima provincia di Pernambuco, in Brasile, e abituato a giocare sul ciglio dell’autostrada. Lui e il suo coetaneo Nego sono i protagonisti di Puisque nous sommes nés (Dato che siamo nati), documentario di Jean-Pierre Duret e Andréa Santana sull’infanzia perduta dei figli delle Favelas, costretti a lottare per la sopravvivenza sin dalla loro nascita.
Lavori pesanti e mal pagati, infatti, sono per loro l’unica alternativa a droga, delinquenza e ad una probabilissima morte precoce, destinata a lasciare dietro di sé nient’altro che l’ennesima scia di piccole vite disperate.
Molto impegnata, dunque, questa coproduzione franco-brasiliana, che forse tende un po’ troppo ad adagiarsi sul suo tema delicato e “ingombrante”, illustrato attraverso la forma classica del cinema-verità. La macchina da presa si fa testimone silenzioso dell’assurda quotidianità di questi bambini immersi nella miseria, offrendosi di quando in quando come confessore al loro volto di piccoli-adulti, ansioso di sfogare la stanchezza, lo sconforto, l’opprimente senso d’impotenza.
Se non fosse per il tragico contesto in cui è calata l’opera, verrebbe quasi da pensare al reality show e al relativo carico di patetismo posticcio. Qui, invece, il dramma si presuppone reale, per quanto, in più di un passaggio, la confusione stilistica diventi tale da sfociare nella chiara impressione di assistere a una docufiction. Un neo notevole, da sommare all’ormai trita e ritrita formula del ricatto morale, con cui si costringe lo spettatore ad essere sconvolto e indignato sin dalle prime immagini del film. Un ricatto, tra l’altro, che rischia perfino di diventare sospetto negli unici momenti in cui l’occhio della macchina da presa si stacca dai bambini per focalizzarsi sul contesto politico brasiliano, dominato dai discorsi populisti del Presidente Lula.
Di fronte alle divagazioni di scenario si resta con un dubbio sospeso: è un tentativo – davvero poco coraggioso – di essere politicamente scorretti, un richiamo alla comunità internazionale o il semplice tentativo di contestualizzare una realtà che si è tentato di descrivere per un’ora e mezza, senza riuscire a coglierne davvero il funzionamento?
In tutti i casi, non si può non rilevare come certi modi di raccontare i paesi in via di sviluppo abbiano ormai raggiunto il livello di saturazione, rischiando seriamente l’anchilosi, nonché il possibile rigetto del pubblico. Per quanto le tematiche dello sfruttamento e della povertà minorile siano problemi fondamentali – che nessuno vuole mettere in dubbio – se la loro rappresentazione dovesse continuare a essere più standardizzata e preconfezionata dei prodotti di fiction, allora non avrà molte speranze di raggiungere seriamente i suoi obiettivi di sensibilizzazione.
Titolo originale: Puisque nous sommes nés
Nazione: Francia, Brasile
Anno: 2008
Genere: Documentario
Durata: 96′
Regia: Jean-Pierre Duret, Andréa SantanaData di uscita: Venezia 2008