“Racconti” di Ian McEwan

Solo perversioni?

Controverso autore inglese, forte di una formazione particolare per l’epoca (frequentò un master in scrittura creativa tenuto da Malcom Bradbury) e di un’infanzia e di un’adolescenza passate in tutto il mondo al seguito del padre, esordì nel 1975 proprio con la raccolta di racconti “Primo amore, ultimi riti”, alla quale seguì la raccolta “Fra le lenzuola”, oggi riproposte insieme per l’editore Einaudi sotto il titolo Racconti.

Queste storie brevi sono il laboratorio creativo dell’autore ed è emozionante leggere queste righe di sperimentazione. Ma non sono un lavoro incompiuto o immaturo (per quanto le opere più recenti siano diverse sotto moltissimi aspetti), sono racconti che lanciano, uno alla volta, forti pugni nello stomaco.
I temi stessi delle raccolte rappresentano il suo cammino verso la maturità: molto forte è il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, condito da una forte presenza di tematiche sessuali (tanto che alcuni hanno definito McEwan ossessionato dal sesso e dalle perversioni) e con una piacevole punta di grottesco.
Forse il racconto più compiuto è Travestimenti, la vita di un orfano costretto a vivere con la zia attrice, ossessionata, appunto, dai travestimenti. Qui McEwan mostrà le prime tracce di grande completezza artistica, inserendo tutti i temi suddetti in una narrazione tesa fino al sorprendente finale.

In Da Singapore a Norwich, intervista contenuta nel volume dell’Einaudi, Ian McEwan spiega molto della sua vita di adolescente, della sua crescita come scrittore e dell’evoluzione dei suoi racconti. “Non volevo che fossero altri a convincermi che era arrivato il momento di scrivere un romanzo. E inoltre c’era qualcosa di eterno, ripetitivo, nel meccanismo del racconto. Una volta che se ne è scritto uno, o una mezza dozzina o trenta, è come se ogni idea si rappresentasse automaticamente sotto questa forma”.

Sulle sue presunte ossessioni dice: “Non credo di essere una persona particolarmente ossessionata, per natura, ma questo è un altro discorso. Semplicemente, sono dell’avviso che non si possano fornire giustificazioni di tutto ciò che uno fa, in quanto scrittore”. Come a dire: “Leggete i miei racconti e giudicate voi stessi”.

Ian McEwan, Racconti, Einaudi, Torino, 1996, pp. 308, euro 10,50.