Robert Capa e il suo obiettivo inseguono gli eventi gloriosi e tragici del secolo appena trascorso restituendoli come icone universali. La bellezza dell’essere umano, sia esso uomo o donna, viene resa intatta ed esaltata dal suo obiettivo. Niente trucchi tecnici, niente fotomontaggi o rielaborazione artificiosa ed artefatta che l’avvento del computer ha reso possibile. A differenza di un altro grande della fotografia, Bresson, che cercava di cogliere l’istant emotif, il profugo ungherese, naturalizzato poi americano, mirava all’istant fugitiv convinto che l’averlo colto contribuisse a sollecitare l’emotività intrinseca al gesto. Il suo è un occhio fotografico che individua nettamente la realtà, reinventandola ad ogni scatto. Gli piace rincorrere il cosiddetto inconscio tecnologico quando la macchina resta fissa e immortala volti diversi, espressioni tragiche o comiche, in una traduzione visiva di quotidianità colta senza messe in scena artificiose.
Relegata a lungo nella categoria dei prodotti artigianali, la fotografia deve la sua promozione a forma d’arte grazie alla Biennale di Venezia quando verso la fine degli anni ottanta del secolo scorso alcuni direttori lungimiranti ne hanno colto la potenzialità , mettendole in mostra accanto a dipinti e a sculture. E come accade in ogni scuola pittorica, in cui ad emergere è la mente innovativa e l’esecutore geniale, così nella fotografia non è sufficiente essere un abile tecnico ma occorre infondervi anima, trovando il giusto mezzo fra verità e rielaborazione poetica.
Robert Capa ci riesce dimostrando un dominio magistrale della tecnica unito ad una raffinata sensibilità estetica. Non stupiscono le cifre vertiginose che hanno raggiunto le quotazioni di alcuni suoi prototipi essendo ormai da tempo consolidato un florido mercato di domanda ed offerta di scatti famosi. E’ innegabile che la produzione seriale di multipli favorisce le falsificazioni oltre a svilire gli esemplari da collezione, ma di pari passo con i falsari si sviluppa la specializzazione di esperti capaci di riconoscere i primi autentici esemplari da copie e multipli. In certi casi, sempre a questo scopo, si è provveduto alla distruzione dell’esemplare da cui erano state tratte le copie convenute con l’autore.
Fotografo di guerra non riesce a stare lontano dai conflitti, mentre in tempo di pace si rilassava e divertiva piazzando il suo obiettivo dietro le quinte di un film, restandone spesso coinvolto , come quando si innamorò follemente di Ingrid Bergman mentre la ritraeva durante le riprese di Notorius.
La mostra di Passariano (20 ottobre 2013 – 19 gennaio 2014 ) è un’antologica esaustiva e rappresentativa al massimo del suo percorso artistico, cogliendo di ogni fase i momenti più significativi. Vi è un contrasto quasi inquietante fra la pace della grande villa che le ospita e le immagini di questi teatri di guerra. Come se presagisse la sua prematura fine morì infatti ancora pieno di vita e voglia di fare, saltando in aria a causa di una mina antiuomo in Indocina. Era di un attivismo impressionante e di una curiosità intellettuale inesausta.
Grazie al suo obiettivo si fece tromba capace di vincere il silenzio agghiacciante che stava avvolgendo queste guerre dal sapore imperialista, combattute spesso con una disparità di forze tale da rendere ancora più storica la vittoria degli oppressi. La sue fotografie scattate spesso nel cuore delle battaglie sono, a detta dei colleghi fotografi le migliori in assoluto. Di grande interesse poi, è la proiezione del documentario “The Journey” il viaggio dei sopravvissuti della Shoa verso Israele, e anche in questa serie è possibile notare l’amore di Capa per i bambini, vittime innocenti, e la sua cinepresa sembra accarezzarli quando si avvicina per portare in primo piano i loro grandi occhi smarriti.
Verso la fine del percorso espositivo è la persona di Capa a divenire protagonista in una serie di fotografie che ne riprendono ravvicinati, volto e mani, omaggio lusinghiero di altri grandi dell’obiettivo che rendono così un ulteriore riconoscimento alla sua grandezza mostrandone il lato umano nei suoi momenti di vita privata in seno alla famiglia.
ROBERT CAPA. “LA REALTA DI FRONTE”
20 ottobre 2013 – 19 gennaio 2014a cura di Marco Minuz
SEDE ESPOSITIVA
Villa Manin (Passariano di Codroipo)
ORARI DI APERTURA:
_ dal martedì al venerdì: 10-13 / 15-18
_ sabato, domenica e festivi: 10-19
_ chiuso lunedì
_ 24 e 25 dicembre e 1° gennaio 2014: chiuso
_ 31 dicembre: 10-13
* Caption. Place. Year © Robert Capa
International Center of Photography / Magnum Photos