Promessa dell’arte contemporanea, Rossella Biscotti presenta il suo ultimo lavoro alla Cinquantacinquesima Biennale di Venezia.
Il progetto nasce da una lunga collaborazione tra l’artista e le detenute del carcere femminile della Giudecca e si divide in due diverse sezioni che vengono ospitate nelle sale dell’Arsenale. Nella prima sono state create delle sculture in compost, ricavato dalla raccolta dell’organico da parte delle detenute, nella seconda, invece, sono riuniti in un video i sogni delle donne.
Ogni giorno alle 16, all’interno della struttura di detenzione, si svolgeva un workshop chiamato ” Laboratorio onirico” durante il quale è intervenuto lo stesso Massimiliano Gioni, direttore artistico della Biennale, con una conferenza sulla Manifestazione veneziana.
Rossella Biscotti non è nuova nel trattare temi sociali infatti nel 2010 al MAXXI di Roma, museo d’arte del XXI secolo, ha presentato, The Trial lavoro che si basa sul processo detto “7 aprile” contro le Brigate Rosse, negli anni di piombo.
Anche quest’opera si sviluppa in due rami distinti: un calco della sala bunker che si trovava presso il foro italico a Roma, che ora è stata adibita a museo per lo sport, e una raccolta audio del processo riprodotta 24 ore al giorno.
Con questi lavori passa da un’analisi della memoria individuale di un fatto storico a un approfondimento del rapporto tra uomo ed istituzioni partendo dai sogni delle detenute;
come afferma l’artista “nessuna ha sognato di volare” e aggiunge “una ragazza sta sognando di suonare il pianoforte e pian piano le si accorciano le dita finché la mano diventa monca”.
Con questo esempio Rossella, desidera sottolineare l’incapacità di queste donne di potersi esprimere in rapporto alla loro condizione.