Un film urtante e anticonformista che intriga per la brutale ruvidezza con la quale capovolge la visione dei rapporti tra una madre e sue figlie e per la disarmante sincerità con la quale tratteggia i caratteri di personaggi scostanti e anaffettivi, riuscendo a non cadere mai nel didascalico o nel conformismo.

Christina Celestini (Valeria Bruni Tedeschi) è stata una famosa pianista e una donna vanitosa e fiera della sua effimera bellezza. Fragile e immatura, ha varie relazioni ma nessuna stabile e il suo egoismo rende impossibile approfondire ogni dialogo. Vive con due delle sue tre figlie, la trentenne Margaret (Stéphanie Blanchoud), la primogenita dal carattere irruento e aggressivo – una volta si diceva “maschiaccio” – ma generosa e creativa; e la piccola, la dodicenne Marion (Elli Spagnolo), mite e mistica. Entrambe hanno ereditato il suo dono artistico, mentre la terza figlia, Louise (India Hair) anche lei sulla trentina, non ha velleità da palcoscenico e ha preferito la tranquillità di un matrimonio e della maternità.

Il film si apre con una impressionante scena di furiosa lite tra le due donne, ripresa al rallentatore e con musica classica di sottofondo. Durante questa lite, , costei cade e perde parte dell’udito, senso indispensabile a una musicista e a causa di ciò dichiara finita la sua carriera e si autocommisera di dover vendere il pianoforte, dopo una ultima teatrale suonata davanti a casa. Alla lite avevano assistito Louise, ammutolita, e Marion, che ne è turbata tanto da pregare e digiunare implorando la pace in famiglia. Dopo l’incidente di Christina alla figlia Margaret viene comminato un ordine di allontanamento: deve stare a cento metri da casa, al di là di una linea – che da appunto il titolo al film – che la sorellina Marion traccia in terra con la vernice blu.

Èd è paradossalmente non l’incontro tra le persone, bensì la distanza, come quella vissuta da noi tutti in questi ultimi due anni, a creare le dinamiche tra i personaggi. In questo tempo infatti Margaret continua a vedere la sorellina per darle lezioni di canto. Ma a Natale Christina rifiuta di vedere Margaret, sempre accusata di aver sprecato il suo talento. Costei invece, all’insaputa della famiglia, che la cerca temendo un suo gesto insano, sta preparando un concerto che avrà grande successo.

Ne “La ligne” Ursula Meier (nata a Besançon nel 1971 ma con vita, studi ed esperienze internazionali) prosegue con la sua indagine sui rapporti famigliari atipici, qui praticamente è una famiglia solo al femminile (insignificanti e fluttuanti gli uomini) e particolarmente efficace grazie anche a un cast perfetto. Si percepisce che Valeria Bruni Tedeschi ci metta molto del suo, avendo avuto anche lei una madre pianista e una famiglia non proprio “tipici”. Molto convincente anche l’interpretazione della “violenta” Stéphanie Blanchoud, coeditrice della sceneggiatura e artista a sua volta. Toccante l’espressività della giovanissima Elli Spagnolo.
Il film è stato presentato in concorso per gli Orsi della Berlinale 2022.