41. Festival Internazionale del Teatro

LE ECCELLENZE DELLA SCENA MONDIALE ALLA BIENNALE TEATRO DI VENEZIA

Mentre infuriano le polemiche per la sostituzione di Paolo Baratta , riconosciuto da tutti, anche da chi lo ha estromesso, come il migliore presidente della Biennale di Venezia, gli ultimi frutti del suo lavoro accendono i teatri veneziani con grande partecipazione di stampa e pubblico, nell’ambito della Biennale teatro. Il successo di Baratta non dipende infatti solo dalla sua preparazione culturale di alto livello, ma anche dalla capacità di tessere contatti con gli artisti che nei vari ambiti della Biennale rappresentano il meglio sulla scena internazionale.

A questo breve ciclo di rappresentazioni hanno infatti aderito gli autori di spicco come Ostermeier, Garcia Fabre, Castellucci per non citarne che alcuni . Si parli di cinema, di teatro, di danza, di musica , di arti visive, l’ambizione della Biennale è stata infatti, fino ad ora, non quella di trovare sponsor per le sue iniziative, ma di fare, per dichiarazione esplicita, di Venezia, il laboratorio delle sperimentazioni , luogo privilegiato delle nuove tendenze, favorendo i confronti fra le varie culture.

Non ci si aspetti quindi, andando ad assistere ad esempio l’Amleto di Ostermeier di vedere mura merlate, fantasmi che chiedono vendetta, giullari, o corsi d’acqua in cui Ofelia galleggi fra ninfee. Non viene rinnegato, in questo spettacolo, l’impianto shakespiriano della vendetta, l’inevitabile discesa agli inferi , la fine tragica del re e di suo figlio, ma il testo originario viene scomposto attraverso un gioco di doppi in cui i sei attori si sostituiscono nei vari ruoli togliendo in tal modo anche le ultime certezze di riferimento. Niente abiti di scena , ma continui riferimenti impliciti alla tragedia greca resa manifesta dall’intercambialità fra Ofelia e Gertrude, la regina fedifraga, o fra l’usurpatore Claudio e il fantasma del padre. Dice l’autore “Amleto, intepretato da Lars Eidinger, è un Amleto paranoico , frustrato, violento, che si fa regista di una macabra messinscena di cui sarà carnefice e vittima ;la sua capacità di distinguere i pro e i contro diventa un insormontabile ostacolo nel realizzare i suoi obiettivi. Amleto resta una analisi valida del dilemma intellettuale tra pensiero complesso e azione politica…” oltre ad essere una ironica condanna di un sistema di potere avido e corrotto. Altro non ci si poteva aspettare da Ostermeier già noto al pubblico veneziano per la sua opera spiazzante presentata alla Biennale teatro del 1999 Shopping and Fucking.

Questo festival-laboratorio sviluppa e conclude il precedente Laboratorio scenico ed è per questo che per la durata del festival Venezia è un pullulare di laboratori condotti da registi di fama internazionale . Il tema comune ai vari registi è una versione personale dei sette peccati capitali ed è infatti con lo spettacolo “I sette peccati” che questa rassegna si conclude.
Al teatro Goldoni, in una delle serate finali è andato in scena Desasparecer di Calixto Bieito un “ poema concerto per due voci perse nella nebbia” in una affascinante sinergia fra teatro e musica. Viaggio negli abissi dell’animo umano mentre sullo sfondo per ricreare le atmosfere del mistero , i racconti horror di Edgar Alan Poe da Il corvo ai Delitti della via Morgue. Bieito affida a due personaggi avvolti in una nebbia fumosa, la traduzione in poesia e drammaticità delle sue sperimentazioni estreme, trovando nell’immaginario patologico di Poe il partner ideale. La scena si apre su di una scenografia suggestiva nella sua monastica essenzialità: un ambiente quadrato bianco, luci soffuse, un pianoforte a un lato e due attori, una figura, femminile eterea e fragile ma dalla voce vibrante nei suoi a solo, un maturo signore tormentato in primo piano, ignaro della presenza femminile. Su tutta la scena si diffonde una nebbia azzurrina che pare scaturire dal suolo e dal proscenio si diffonde sugli spettatori, metafora visiva ed emblematica , invito a chi guarda a farsi partecipe della performance. Certo che lo spettatore deve essere pronto ad accettare questa sfida sperimentale cercando di coglierne le suggestioni, di afferrare in mezzo a questa perenne nebulosa che avvolge la scena, la gamma di suggerimenti fatti di erotismo, lussuria, ambiguità. Straordinari i due interpreti, potente ed istrionico il tormentato Juan Echanove , versatile nella sua poliedrica esibizione l’efebica Maika Makovski, applauditi con convinto calore dai numerosi spettatori.

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