“La Vita Oscena” di Renato De Maria

Vale la pena vivere per i sofficini

Venezia 71. Orizzonti
La sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia accoglie La Vita Oscena, film del regista Renato De Maria, tratto dall’omonimo romanzo autobiografico (edito in Italia da Einaudi) di Aldo Nove.

Con la voce narrante di Fausto Paravidino, che alterna narrativa a poesia, La Vita Oscena di Renato De Maria manca inesorabilmente dell’agressività dolorosa e feroce del romanzo, scegliendo una strada più lirica e visionaria per marcare la via della distruzione e la mente allucinata del protagonista.

Clément Métayer (Andrea) è il giovane e promettente attore (sbocciato in Après Mai) che interpreta la giovinezza di Antonio Centanin, in arte Aldo Nove, nipote dei fiori, essendo figlio di una figlia dei fiori (Isabella Ferrari) e di un edicolante (Roberto De Francesco).

Un’infanzia trascorsa con levità e gioia, per poi passare a respirare quel senso di inconscia libertà su uno skateboard, fino alla malattia della madre.
_ E mentre in famiglia si aspetta la morte dell’adorato angelo biondo, è il padre a lasciare il suo ruolo, stroncato da un infarto. La vita di Andrea, futuro e talentuoso poeta, si spezza con la successiva morte della sua dea.

Il crollo delle sue mura domestiche, delle sue colonne, conducono, o gettano, Andrea in un viaggio negli abissi alla ricerca della morte stessa.
_ Andrea, incapace di affrontare la vita, si circonda di alcool, pillole e droghe, dedicandosi alla più totale incuria della casa; ed è così che insegue la fine di tutto, nonostante un suo insegnante gli assicuri gli studi a Milano perché profondamente colpito dalla sua bravura.
_ Diciassette grammi di cocaina, deliri del passato ed eccessi di prostitute sono la strada battuta fino all’illuminazione, che lo porta alla salvezza di sè stesso.

In questo vortice, De Maria, nel narrare l’erranza dannata di Andrea, opta per scelte dettate da articolate pretese autoriali, che vanno quindi a contaminare, o meglio, a non rendere quella totale atmosfera cupa, sincera, spudorata, bruta del romanzo.

La sceneggiatura scritta insieme ad Aldo Nove potrebbe anche essere in grado di trasmettere la perdizione e la rinascita che si sprigionano dalle pagine del romanzo, ma è la messa in scena eccessiva a lasciare perplessi.

Così se alcune inserzioni funzionano- come i protagonisti che rivolti alla camera dialogano con il pubblico – altre, in cui memorie e finzioni si sommano, appesantiscono la visione – dall’indugiare sui sofficini che la zia frigge nell’olio, motivo di dispiacere per la dipartita da questo mondo, alle stoviglie sospese, sintomo del clima statico.
_ Con la bellissima fotografia di Ciprì e una dettagliata ricostruzione degli Anni 70, La Vita Oscena non riesce a trasmettere – anzi a tratti indispettisce – le ossessioni e le inquietudini della crudeltà del lutto e del senso di perdizione.

Titolo originale: La vita oscena
Nazione: Italia
Anno: 2014
Genere: Drammatico
Durata: 85′
Regia: Renato De Maria
Cast: Isabella Ferrari, Miriam Giovanelli, Clément Métayer, Iaia Forte, Anita Kravos, Roberto De Francesco, Duccio Camerini, Eva Riccobono, Andrea Renzi, Valentina Bellè
Produzione: Film Vision, Lebowski, Monochrome, Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC), Intelfilm

Data di uscita: Venezia 2014 – Orizzonti
2014 (cinema)