“TOY STORY 3 – LA GRANDE FUGA” DI LEE UNKRICH

La Pixar continua a incantare verso l'infinito e oltre

Andy è cresciuto, sta per andare al college. I suoi giocattoli sono riposti, da un po’ di tempo, dentro un baule. Ma è tempo di cambiamenti. La mamma di Andy gli impone di scegliere quali giocattoli buttare e quali mettere su in soffitta, altrimenti ci sarebbe un’alternativa: donarli a un asilo.
Per i giocattoli, tutto ciò che impedisce loro di giocare con il bambino, provoca ansia e preoccupazioni. In ognuno dei film c’è questo tema.
I giocattoli sono preoccupati in due momenti particolari dell’anno: il Natale e il compleanno.

Nel primo film, Woody si preoccupa di essere sostituito da un nuovo pupazzo (Buzz), più tecnologico e prestante.
In Toy Story 2 i giocattoli si trovano a dover affrontare l’idea di non essere più presi in considerazione perché rotti e strappati. Woody infatti si trova di fronte alla scelta di restare perfetto, ma senza essere più amato.

In Toy Story 3 invece il problema per i giocattoli è quello di non essere più utili. Quando si è rotti, si può essere riparati; quando si è persi, si può essere ritrovati, quando si è rubati, si può essere recuperati. Ma non c’è alcun rimedio quando i propri bambini sono cresciuti.
Dopo un conflitto interiore, come solo la disinvoltura Disney sa tratteggiare, i giocattoli si ritrovano all’asilo del Sunnyside, dovei bambini non vedono l’ora di giocare con loro.
Personaggi veri con sentimenti reali; personaggi dotati di un carisma stravagante, pieni di amore e di umorismo miscelati con commedia, azione ed emozione.

Sono questi gli ingredienti semplici che tracciano l’emotività e il successo della serie Toy Story, made in Disney Pixar.
Era il 1995, sugli schermi arrivava Toy Story: una pietra miliare dell’animazione. Era il primo lungometraggio animato elaborato interamente con le tecnologie di computer grafica.
Nel 1999, Toy Story 2 – Woody e Buzz alla riscossa (il terzo film prodotto dalla Pixar) è stato il primo film completamente ideato e realizzato in digitale.
E se squadra vincente non si cambia, la Pixar ha chiamato a raccolta lo stesso team che ha lavorato con impegno, fantasia e successo ai primi due capitoli della toy saga.

John Lasseter (regista dei primi due film della serie Toy Story) precisa: “Toy Story ha sempre parlato di noi. Di me, di Andrew Stenton, di Pete Docter, di Joe Ranft e Lee Unkrich ha capito come immergersi in queste storie e sono convinto che Toy Story 3 continui a raccontare ciò.”
La bellezza di Toy Story, innovativa e continuativa allo stesso tempo, è nel saper regalare nuove profondità, nuove sfumature sentimentali, senza ripetersi o affievolirsi, restando fedeli a sé stessi e mantenendo la capacità di stupire con gli stessi protagonisti sempre più in gran forma.
È merito dell’andamento della narrazione, che sa affrontare con un linguaggio ironico temi seri come l’amicizia, il sacrificio e l’essere una famiglia e con un linguaggio semplice temi profondi come il coraggio, il dolore e la paura.
L’arte di saper cogliere il dettaglio della quotidianità, la trasposizione dei gesti umani nel mondo dell’animazione con colorata naturalezza è un marchio di fabbrica della Disney Pixar.

Ci sentiamo di affermare che, senza togliere nulla agli altri due capitoli di Toy Story, questo sia il migliore, anche soprattutto per la storia, che raccoglie anni di cinematografia dedicata alla “fuga”; e anche per i personaggi melodrammatici, eroici, tragici, comici, insomma: indimenticabili!
Vale intere pagine di teatro vedere alcuni giocattoli “recitare a soggetto”. E il clown, Chuckles, da solo, è pura letteratura.

Toy Story 3 è anche innovazione visiva; questo nuovo film d’animazione eleva il livello del 3D e sfrutta le nuove tecnologie per apportare profondità e spessore alla storia. Il team Pixar ha messo a punto e sperimentato i più recenti progressi del 3D per raccontare la loro storia in modo visivamente dinamico. Per il regista Lee Unkrich il 3D migliora sicuramente l’esperienza cinematografica, per questo la Pixar da sempre incorpora la tridimensionalità nei suoi film da sempre.
“Lavorando alla versione tridimensionale dei primi due film, siamo riusciti a trovare un linguaggio narrativo visivo in 3D. Abbiamo imparato che molto di questa nuova tecnologia è legata alla percezione separata della telecamera dell’occhio destro rispetto all’occhio sinistro. Poiché il mondo era quello dei giocattoli, tale percezione separata è molto ridotta e per mantanere il punto di vista di Woody abbiamo imparato a impostare le macchine da presa nella posizione corretta.”

La finitura dell’immagine e le tonalità sono spassosamente impeccabili. La tridimensionalità fa vivere la scena, non invadendola, ma integrandola, come una danza.
Ottimo lavoro per il team di Toy Story e per il regista. Unkrich ha debuttato come co-regista nel 1999 con Toy Story 2 – Woody e Buzz alla riscossa. Ha poi co-diretto anche Monster&Co. e il film Premio Oscar Alla ricerca di Nemo; ha preso parte anche ai progetti Cars – Motori ruggenti e Ratatouille.

E non dimentichiamo che nel 2009, Unkrich e la sua squadra sono stati premiati alla 66. Mostra di Venezia con il Leone d’Oro alla Carriera.

Toy Story 3 è un film speciale per la sensibilità ilare e commovente.
Meravigliosi gli omaggi ai personaggi Disney di altri film e spassionato quello a Il mio vicino Totoro di Miyazaki.
E non è assolutamente esagerato parlare di sublime definendo lo short Quando il giorno incontra la notte, che precede il film. Un corto che esprime il cinema.

Titolo originale: Toy Story 3
Nazione: U.S.A.
Anno: 2010
Genere: Animazione
Durata: 109′
Regia: Lee Unkrich
Sito ufficiale: www.disney.go.com/toystory
Sito italiano: www.disney.it/Film/toystory3/
Cast (voci): Tom Hanks, Joan Cusack, Michael Keaton, John Ratzenberger, Bonnie Hunt, Tim Allen, Timothy Dalton, R. Lee Ermey, Wallace Shawn
Produzione: Pixar Animation Studios, Walt Disney Pictures
Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures Italia
Data di uscita: 07 Luglio 2010 (cinema)