Helmut Newton sbarca a Venezia

Sarà il gioco di parole nel suo cognome Neustädter trasformato per contingente necessità
durante il periodo nazista in Newton (new-town), sarà il segno indelebile che i suoi scatti
hanno lasciato nel mondo della moda e della ritrattistica, ma la nuova retrospettiva Legacy
è un racconto per tutti, professionisti, cultori e semplici amanti della narrazione storica per
immagini.

Legacy, nata per festeggiare i 100 anni dalla sua nascita, è il titolo dell’esposizione che
può essere visitata sino al 24 novembre a Venezia nelle Stanze della Fotografia all’isola di San Giorgio Maggiore . La mostra è curata da Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation, e da Denis Curti, direttore artistico de Le Stanze della Fotografia.

I visitatori si troveranno di fronte a due tipologie di immagini: una all’interno di passe-
partout bianco, quindi molto riconoscibile, immagini che definiamo vintage e che
provengono direttamente dall’archivio della Fondazione Newton, stampe che Newton
stesso ha realizzato. Queste sono informazioni molto precise che ci fanno capire il gusto, il
mood, il taglio, il contrasto, il tipo di carta. -spiega Denis Curti – Poi ci sono delle immagini
invece senza passe-partout, create dalla Fondazione Newton per raccontare questa storia,
immagini che Newton non aveva stampato per essere esposte nelle mostre, ma che aveva
pubblicato sui giornali e che quindi sono state viste da un numero limitato di persone.
Queste fotografie sono state realizzate per disegnare un percorso, chiamato Legacy, e la
domanda che si pone questa mostra è: qual è l’eredità che ci ha lasciato Newton, a noi
professionisti del settore, ma anche alle nuove generazioni, a chi si occupa o si occuperà
di moda, di ritratto e, naturalmente, di fotografia.

E per tracciare un fil rouge tra passato e presente, la Fondazione ha lanciato un’open call
ispirata ad una frase di Helmut Newton «Il mio lavoro come fotografo è quello di
sedurre, divertire e intrattenere»: l’open call, rivolta ai giovani di età inferiore ai 35 anni,
invitava i partecipanti a inviare immagini ispirate a Helmut Newton. La partecipazione è
stata nutrita, la qualità delle immagini ricevute incredibile, tanto che si è deciso di
esporre le fotografie selezionate in contemporanea alla retrospettiva.

Su 191 partecipanti e oltre 200 progetti, si sono distinti i lavori dei polacchi Diana
Sosnowska con Piccole Perversioni (Il Viaggio Frenetico dell’Utero Errante) e Wojciech
Wójcik con Nude e Vestite e dell’italiano Jo Fetto con Les Odalisques (Oltre la carne).
La giuria che ha selezionato gli scatti più rappresentativi è costituita da Matthias Harder,
direttore della Fondazione Helmut Newton, da Denis Curti, direttore artistico delle Stanze della Fotografia, da Francesca Malgara, direttrice artistica di MIA Photo Fair e dal celebre
fotografo Maurizio Galimberti.

Per ulteriori informazioni visitare www.lestanzedellafotografia.it

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