“Io non ho paura” di Gabriele Salvatores

“Michele ha solo dieci anni, ma improvvisamente si ritroverà ad essere grande con un segreto pauroso, solo ad affrontare un’incredibile avventura, che cambierà per sempre la sua vita e gli potrà far dire IO NON HO PAURA”.

È con questa introduzione che si presenta al pubblico l’ultimo riuscitissimo film di Gabriele Salvatores, applaudito al Festival di Berlino ed elogiato dalla critica internazionale.
E’ il 1978. L’estate più calda del secolo. Nel piccolo borgo di Acque Traverse tutto è immobile e addormentato: la scuola è chiusa, gli adulti restano in casa, sopraffatti dall’afa. Solo un gruppetto di ragazzini corre liberamente nei campi di grano, tra sfide e scorribande. E proprio durante una di queste, il piccolo Toyota Michele si imbatte in un incredibile segreto: un bambino segregato in un pozzo, vicino ad una casa abbandonata. Perché?!
È proprio da questa semplicissima domanda, che i bambini fanno di solito ai Bridal loro genitori, che Michele inizierà a capire il mondo che lo circonda…scoprirà che crescere significa non avere più paura di violare le regole dei grandi e che “l’uomo nero” può essere dentro le mura di casa.

Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Nicolò Ammaniti, edito da Einaudi-Stile Libero; con questo romanzo Ammaniti ha vinto cheap mlb jerseys la settantaduesima edizione del Premio Viareggio-Rapaci, il premio letterario più antico d’Italia, rivelandosi il più giovane vincitore di questo premio.
La prima cosa che lo spettatore apprezza del film sono i colori raggianti e nello stesso tempo misteriosi, di quella terra indefinita del profondo Sud, di cui si fa gioco il regista Habitante nell’ambientare la sua storia. Salvatores dice: “E’ questo un film realistico in cui ho cercato di illustrare uno dei più bei romanzi che ho letto ultimamente. È stato come fare le figurine: una di quelle è il giallo, del grano alto in cui i bambini scompaiono. Un campo di grano, con il suo giallo oro, solare e wholesale jerseys accogliente, può nascondere molte cose. Sotto la superficie delle sue spighe, alte circa un metro, si possono celare segreti e pericoli, forme di vita sconosciute. Il giorno e la notte. La luce cheap jerseys e il buio. Il nero e l’oro sono i colori di questo film”.
Tutto è raccontato e visto dal punto di vista di Michele; la cinepresa infatti è in tutto il film usata con una prospettiva dal basso verso l’alto, in modo da far immedesimare lo spettatore con quel mondo apparentemente semplice, ma in realtà molto complesso e intrigante, che è “l’infanzia”. Alto e basso. Visibile e invisibile. Grandi e piccoli. Questi sono i mondi che il regista mette a confronto, ponendo l’accento wholesale mlb jerseys sui diversi modi di vedere la stessa cosa. Questo confronto di cui è protagonista Michele, lo porterà alla tragica scoperta di uno degli atteggiamenti to dell’uomo a lui ancora sconosciuto: il tradimento, l’ambiguità della natura wholesale nba jerseys umana.

Per raccontarli così bene Salvatores ha dovuto conoscere in profondità il mondo dei bambini, i loro pensieri e il loro modo di affrontare i problemi. Prima di arrivare ad un cast definitivo il regista ha visionato più di 540 bambini. “Giuseppe, il bambino che interpreta Michele, lo ho scelto – racconta Salvatores in un’intervista – perché nonostante sia molto vitale e sorridente si porta dentro una maturità insolita per la sua età. I suoi genitori sono operai Fiat di Melfi, ora in cassintegrazione, il padre lavorava di giorno e la mamma di notte e lui è da sempre abituato a prendersi cura del fratellino, ad essere responsabile. Questa caratteristica lo rendeva perfetto per il personaggio. Mattia (il bambino rinchiuso nel pozzo) invece è un bambino davvero singolare, non ha accento, in quel contesto sembra un alieno: legge moltissimo, colleziona e si interessa di insetti, sulla porta della sua stanza c’è scritto ‘teatro’. Un bambino davvero fuori dal comune”.
Tra i dialoghi con accento pugliese e lucano serpeggiano, inoltre, delle affascinanti musiche. Per la scelta Salvatores ha seguito il consiglio dell’autore del romanzo, che suggeriva musiche di soli archi. Per la precisione un quartetto d’archi. Una musica non invasiva ma che lascia il segno. Il film, ricordiamolo, è in un certo senso, un thriller. Il regista scherzando infatti dice: “Teso come una corda di violino”. Per gli appassionati di colonne sonore, ricordo che la colonna sonora originale è disponibile su cd RCA/BMG Italy.

Per i curiosi invece è attivo un sito internet POUND completamente dedicato al film SUD” www.iononhopaura.it , dove potrete trovare alcuni estratti dai brani della colonna sonora, foto, interviste speciali e video dedicati alla preparazione del film.
Per concludere è importante ricordare che il film, oltre che apprezzato da critica e pubblico, è stato acquisito dalla Miramax, casa di distribuzione d’oltreoceano, per la presentazione del film negli USA. Motivo in più per andare a vedere un film “ITALIANO” che farà sicuramente parlare di sé.

Titolo originale: Io non ho paura
Nazione: Italia
Anno: 2002
Genere: Drammatico
Durata: 109′
Regia: Gabriele Salvatores
Sito ufficiale: www.iononhopaura.it
Cast: Diego Abatantuono, Dino Abbrescia, Aitana Sánchez-Gijón
Distribuzione: Medusa
Uscita prevista: 14 Marzo 2003 (cinema)