“A fior di pelle”

"Your body is a battleground"


“Donne di singolare bellezza sono condannate alla sventura. Anche quelle che hanno tutte le condizioni favorevoli, e che sono assistite dalla nascita, dalla ricchezza, dal talento, sembrano come perseguitate o possedute dall’impulso di distruzione di sé e di tutti i rapporti umani a cui partecipano. Un oracolo le costringe alla scelta tra destini ugualmente fatali”
Theodor Adorno – Minima Moralia

“Your body is a battleground” dice un’opera di Barbara Kruger. E’ la pelle il campo di battaglia, il luogo più prossimo al conflitto necessario, in un libro di Emina Cevro Vukovic. Una donna trascrive su carta quel che legge sul suo corpo, nei dettagli cromatici, nei cedimenti, nelle pieghe, così che, come qualsiasi cosa troppo osservata, tutto diventa irrevocabilmente ridicolo e fonte di disagio.

Parte dal sintomo, l’autrice, e percorre le sue ragioni lungo enormi centimetri quadrati di pelle con lentezza ossessiva, fino a non distinguere caratteristiche e difetti, piacere e disgusto, organico e inorganico. Chi la insegna questa rabbia verso se stessi, questa distanza da prendere col corpo che pare si disfi senza possibilità di rimedio? E’ sociale l’ostinazione antibiologica della perfezione, o è l’infelicità ad aver bisogno di bersagli facili? Come organo più grande del corpo, veicolo sensoriale ed involucro emotivo, la pelle si presta qui ad un’analisi di femminile e snervante carattere – stilisticamente non sempre riuscita – che rimanda alla “profondità della superficie” del genio esteta di Yukio Mishima.

Dopo i numerosi viaggi fedeli al proprio senso d’inadeguatezza, serviranno l’invadenza di odori e sapori del Sud America, dove l’apparire non va costruito e la vecchiaia è lentezza e godimento di gesti rituali, per trovare una chiave di rinnovata convivenza col sé. Bella filigrana narrativa per “A fior di pelle” con la raffinata scelta dei riferimenti che vanno dall’Adorno a Michel Houellebecq, passando per Ceronetti e Borgna. Manca ad un tema tanto intenso e intimo uno stile che accompagni la parola sottopelle, che serpeggi tra le pagine ossessivo come lo sguardo di chi continua ad osservarsi. E senza mai riconoscersi.

ed. Ponte alle Grazie – pagg 150 – 9,00 euro