CONFERENZA STAMPA DI “VIVA ZAPATERO!”, UN DOCUMENTARIO SATIRICO DI SABINA GUZZANTI

La rivolta zapatista di Sabina

Con un’incursione a sorpresa al Festival di Venezia, al cinema Palagalileo, Sabina Guzzanti presenta il suo “Viva Zapatero”, distribuito in tutte le sale d’Italia dalla Lucky Red di Andrea Occhipinti. Film sulla censura e sulla libertà. Numerose le interviste realizzate dalla comica romana. Tra le tante, da segnalare quelle fatte ad altri colleghi che fanno satira in televisione all’estero.

Il lancio Ansa delle 16.16 del 9 settembre 2005 non lascia alcun dubbio. ‘Viva Zapatero’ di Sabina Guzzanti e’ il film che e’ stato certamente piu’ a lungo applaudito alla 62/ma Mostra del cinema di Venezia. La proiezione, a sorpresa, appena finita al Palagalileo, e’ stata a lungo applaudita a scena aperta e ancora, a diversi minuti dalla fine, il pubblico e’ in piedi e continua ad applaudire.

Appena finita la proiezione del documentario scritto e diretto da Sabina Guzzanti “Viva Zapatero”, secondo film a sorpresa di questa edizione festivaliera, si respira realmente un’atmosfera densa di energia ed entusiasmo. Molti dei giornalisti presenti si affrettano a raggiungere la sede della conferenza stampa per sentire, dal vivo, le parole della regista e di chi ha lasciato all’interno del documentario un piccolo ma importante contributo. Primi fra tutti, Michele Santoro e Marco Travaglio.

Il titolo dell’opera vuole essere un omaggio al film di Elia Kazan del 1952 con Marlon Brando. Nello stesso tempo, è un chiaro ringraziamento rivolto verso l’operato dell’attuale premier spagnolo Zapatero che, a detta della Guzzanti, ha mantenuto la parola data durante il periodo della campagna elettorale. “Ha fatto le cose – esclama lei – per cui è stato votato. Coraggioso per tanti motivi. In Italia è visto come un incubo anche dalla sinistra. Chiediamo cose simili.” La regista ha utilizzato diversi materiali della Rai. “ Ottenerli – continua lei – è stata un’impresa alquanto difficile. Un problemone!. Anche questo è inaccettabile. Mi è stato detto che era sotto sequestro, era vincolato. Pur di averli ho assunto l’identità di un’altra regista alle prese con un documentario dal titolo Media e Cristianità!.

Rispetto al contrasto autrice-attrice presente nel documentario, Sabina Guzzanti risponde serenamente: “ E’ stato faticoso capire in quale chiave raccontare queste cose e discernere i due ruoli. Il mio punto di vista rimane quello di una persona che fa un lavoro particolare. Non voglio fare politica o qualcosa di diverso rispetto a quello che faccio. Non è un film contro Berlusconi. Non penso, nemmeno, che sia un genio del male. Non ho fatto mai qualcosa contro qualcuno. La vera critica si rivolge verso la degenerazione del sistema”. Anche Santoro ribadisce prontamente questo aspetto: “ La censura è sicuramente un aspetto del film. C’è sempre stata e ci sarà sempre. I giornalisti devono continuare a battersi per difendere la libertà d’espressione. Il vero nodo, però, della pellicola è la degenerazione. Questa malattia epidemica è riuscita a intaccare la sfera economica, sociale, politica ma soprattutto morale. Il premier è riuscito e riesce, tuttora, a intervenire in ogni forma di attività. L’obiettivo da raggiungere, però, non è Berlusconi. Tutto è giocato sul dopo-Berlusconi. Ciò che si vuole colpire in questo documentario è la nostra parte. Quella che non si è battuta per garantire, fino in fondo, il rispetto delle libertà. Il film dovrebbe essere proiettato a Montecitorio!”. “Il documentario – aggiunge Santoro – fa trapelare, inoltre, una cosa molto importante. Il fatto che una violenza silenziosa ma puntuale sia stata perpetrata nei confronti di tutte quelle persone che, usualmente, ruotano attorno a un programma televisivo che, improvvisamente, si è trovato costretto a chiudere”. Travaglio concorda, in pieno, sul fatto che le persone da colpire siano esattamente quelle che, per un motivo o per un altro, non sono riuscite a buttare giù l’attuale Presidente del Consiglio. Si dimostra, inoltre, felice per come il lavoro svolto dalla Guzzanti esca dall’asse destra-sinistra. La rivendicazione della satira e del giornalismo libero – secondo lui – deve essere totale.

Il produttore di W Zapatero (Valerio Terenzio Trigona), all’inizio, voleva che il tutto uscisse in Dvd. Subito dopo, il coraggio ha prevalso e si è deciso di realizzare una versione cinematografica autofinanzandolo. La versione in Dvd è comunque prevista e conterrà, sicuramente, tutto quello che la Guzzanti non è riuscita a far entrare nel prodotto finale. Basti pensare che ogni intervista ha avuto una durata di un’ora e mezzo. In alcuni casi, alcuni incontri le sono state negati. In questo caso, la comica romana si è trasformata in una vera “iena” di Italia Uno inseguendo alcuni commissari di Vigilanza della Rai con lo scopo di strappare un paio di battute oppure un prolungato ma significativo silenzio. Decisamente coraggiosa la Lucky Red di Andrea Occhipinti nel voler distribuire la pellicola nelle sale. Occhipinti stesso dichiara in maniera sicura e decisa: “ E’ come se avessi ricevuto una sberla vedendo il film. Mi ha intristito e indignato. Penso possa interessare a molte persone e penso sia fondamentale dare la possibilità della visione”.

La Guzzanti dimostra il suo costante impegno civile specificando come questo percorso non finisca qui. L’attrice comica sta, infatti, insieme ad altri (artisti, intellettuali e qualche politico) raccogliendo le firme per un appello da presentare in Parlamento finalizzato a separare, in maniera netta, l’informazione dal potere politico, Evitando così, una volta per tutte, che ci sia una forte incidenza da parte dei partiti. “Dobbiamo riuscire a evitare – dice la Guzzanti – l’oligarchia in Italia. La democrazia si può raggiungere attraverso una piena collaborazione e partecipazione delle persone”. Marco Travaglio, sollecitato da un giornalista sugli sviluppi futuri del nostro Paese, dice: “ Ognuno, nel suo piccolo, deve cercare di dire tutto quello che può. Occorre diffondere fatti, particolari. Passare la parola agli altri e diffondere, simultaneamente, l’amore per la libertà”.