FOO FIGHTERS – IN YOUR HONOR

Il rock secondo Dave Grohl

Con la storia che si ritrova alle spalle, Dave Grohl potrebbe starsene su qualche spiaggia del Pacifico a godersi il successo come una qualsiasi rockstar annoiata che abbia venduto decine di milioni di dischi in tutto il mondo. Invece l’ex Nirvana festeggia quest’anno i 10 anni di vita della sua personale creatura, i Foo Fighters, e lo fa con un album doppio, impegnativo, intenso e pieno di ospiti e sorprese.

Dave è famoso per essere un tipo spiritoso e pieno di sense of humour. A così tanti anni di distanza dalla tragica fine dei Nirvana, è giusto e doveroso riconoscere in lui il carattere più forte, coraggioso e versatile della storica band di Seattle. Se Kurt non ce l’ha fatta e Novoselic ha tentato timidamente di andare avanti (senza successo), beh, Dave si è rimboccato le maniche e ha ricominciato tutto da capo, questa volta però a modo suo. Nel 1994 nascono così i Foo Fighters, e a dieci anni di distanza dall’omonimo debutto discografico Grohl può ritenersi soddisfatto: la sua creatura – pur con qualche cambio di line up e con una minaccia di scioglimento alle spalle – è tornata in ottima forma, come prova questo suo ultimo lavoro in studio, un doppio composto da due cd speculari, uno interamente fatto di pezzi aggressivi, e uno di ballate.

Per la forma e la quantità di stili che attraversano questo disco, Grohl dichiara di essersi ispirato ad un altro album doppio che ha fatto storia, “Physical Graffiti” dei Led Zeppelin. Inoltre, tra il primo e il secondo dischetto c’è un bel salto di atmosfera, l’uno aggressivo e urlato, l’altro forse un po’ malinconico e sussurrato. Nel primo capitolo, appena sottopelle, ci sono innumerevoli rimandi ai Nirvana, ai Soundgarden, al metal anni Ottanta (a cui Grohl l’anno scorso ha dedicato un intero side project, i Probot): basta ascoltare canzoni come In Your Honor (“un omaggio ai Motörhead”, come dice lo stesso Dave), Best Of You (il primo estratto), o End Over End per rendersene conto; 44 minuti di pura adrenalina, in cui Grohl, dal punto di vista vocale, non si risparmia. Ma è forse il cd acustico quello che sorprende di più, per l’insospettabile gusto melodico, per il canto sussurrato e ben calibrato, e per la presenza di una bossa nova (Virginia Moon) cantata in duetto con Norah Jones, che suona anche il pianoforte. E poi l’autobiografica Friend Of A Friend, dedicata a Cobain, mentre What If I Do?, Miracle, Another Round scorrono maestose e lente, una perla infilata dietro l’altra senza nessun segno di cedimento. Razor, scritta in poche ore per le vittime dello tsunami, chiude il secondo cd con un elegante Josh Homme (Queens Of The Stone Age) alla chitarra acustica. Gli altri ospiti illustri presenti nel progetto, oltre alla già citata Jones, sono il mitico John Paul Jones, bassista dei Led Zeppelin (che qui però suona il pianoforte in un paio di brani acustici), Rami Jaffee dei Wallflowers (“il nostro Billy Preston”, lo definisce scherzosamente Hawkins), la violinista Petra Haden e il fotografo Danny Clinch all’armonica.

Taylor Hawkins (batteria, voce), Chris Shiflett (chitarra) e Nate Mendel (basso) rappresentano la migliore line up dei Foos fino ad oggi, e Grohl lo sa bene, visto che, con un atto di generosità così raro nel mondo dello spettacolo, le canzoni di “In Your Honor” sono accreditate tutte all’intera band (pur essendo Dave l’autore di tutti i testi e delle idee musicali). Questo è il rock secondo Dave Grohl, e questo è il vero spirito del rock ‘n’ roll. Lunga vita ai Foo Fighters!

DISCOGRAFIA
FOO FIGHTERS (EMI 1995)
THE COLOUR AND THE SHAPE (EMI 1997)
THERE IS NOTHING LEFT TO LOSE (EMI 1999)
ONE BY ONE (BMG 2002)
IN YOUR HONOR (BMG 2005)