FRANZ FERDINAND AL TRAFFIC FESTIVAL DI TORINO

I “Figli della Scozia” alla conquista dei campioni del mondo

Il penultimo giorno del Traffic Festival ha visto protagoniste due giovani band native di Glasgow, città considerata da tempo “l’ombelico del mondo” in fatto di musica anglosassone. I Franz Ferdinand con la loro energia, bravura, esuberanza e voglia di dare spettacolo riescono a divertire il pubblico italiano e a dimostrare, per l’ennesima volta, la validità del loro incredibile successo.

14 Luglio 2006. A pochi giorni dalla vittoria mondiale degli azzurri, Torino affievolisce parte del suo fervore patriottico per lasciare spazio alla voce dei suoi lontani cugini d’oltremanica; la penultima giornata del Traffic festival è infatti dedicata ai “Figli della Scozia”, come preannunciato dai due presentatori che fanno gli onori di casa: nei giorni scorsi era già toccato ad artisti come Baustelle, Richard Hawley, Manu Chao e Patrick McGrath esibirsi sul palco torinese. La location stessa, l’enorme e verdeggiante parco della Pellerina abbellito da colline artificiali e diffuse macchie di vegetazione, richiama i suggestivi scenari paesaggistici caratterizzanti l’alta Northumbria e sembra fatta apposta per piacere agli artisti che dovranno a breve “calcare le scene”: i Sons and Daughters e gli attesissimi Franz Ferdinand, entrambi originari di Glasgow.

Nonostante il Traffic sia uno show completamente gratuito, a soli 30 minuti dall’inizio dello spettacolo lo spiazzo che circonda il palco appare ancora semideserto, situazione destinata a ribaltarsi con l’arrivo dei Sons & Daughters (9:25 pm), gruppo molto amato dallo stesso frontman dei Franz Ferdinand. Ritmo veloce e sonorità decisamente folk contaminate da rock e cow-punk per dare inizio al lungo carosello che attende l’accaldato pubblico torinese, ipnotizzato dal conturbante fascino e dalla voce graffiante di Adele Betel (chitarra, voce e tastiere), supportata da un grintoso Scott Paterson (chitarra e voce): un ottimo inizio che non risente dell’eccessiva omogeneità che contraddistingue le tracce di questo gruppo scozzese, così gelosamente attaccato al folk di provenienza anglosassone. Il gruppo propone al pubblico i migliori successi del mini-lp “Love the Cup” (2004), contenete l’acclamata Johnny Cash, e del loro primo full lenght “The Repulsion Box” pubblicato nel 2005.

Bisogna attendere le 23:00 prima che Alex Kapranos e soci facciano la loro prima comparsa sul palco del Traffic, accolti da una folla in delirio che li acclama a gran voce. Senza tanti preamboli i Franz danno inizio al loro spettacolo proponendo vecchi e nuovi successi, conservando tatticamente le canzoni più famose e ballabili per la seconda parte della serata, senza però rallentare eccessivamente il loro ritmo incalzante, il quale rappresenta una costante dell’intera serata. Imbracciata la sua chitarra, Alex monopolizza subito l’attenzione del pubblico proponendo tracce come Tell her tonight e You’re the reason I’m leaving, forse non alla pari delle loro hit di maggior successo ma travolgenti quanto basta per fomentare l’entusiasmo di un pubblico adorante e già in pieno delirio; ci pensa però il “tormentone” Do you want to a cementare l’alchimia instauratasi tra i Franz e gli spettatori, unendo le due entità in un unico <Lucky, lucky, you’re so lucky…> cantato all’unisono. E’ in punto del “non ritorno”; Kapranos sa perfettamente di avere il pieno controllo della folla e decide di abbandonarsi a pezzi più ballabili, tra i quali la stupenda Walk Away, che ha regalato agli spettatori momenti di grande intensità grazie all’esecuzione in chitarra acustica che acquieta per pochi minuti la frenesia generale, e la non meno apprezzabile b-side Lindsey Wells, il cui video è da poche settimane in circolazione sulle reti musicali assieme a Jeremy Fraser. Altro pezzo che rallenta decisamente il frenetico ritmo iniziale è Auf Achse, una traccia che non avrei mai pensato di ritrovare nella scaletta di un loro concerto. Non manca lo spazio per vecchie glorie come The dark of the Matinee, che rinnova l’atmosfera festaiola che aveva pervaso i primi minuti della performance, e il loro primissimo singolo dell’album di esordio “Franz Ferdinand” (2004) Darts of pleasure, che con il suo <Ich heisse superfantastich…> finale i Franz dimostrano di essere maestri nel creare motivetti di forte impatto sul pubblico. Segue Eleanor put your boots on (della quale è prevista l’imminente uscita di un video sugli schermi) una dolcissima ballata dal sentore beatlesiano che non riscuote molto successo data l’inspiegabile antipatia che essa da sempre ha suscitato tra i fan del gruppo; infine Come on home e 40 ft, durante la quale il pubblico si esibisce improvvisando il testo dell’italianissima Bella ciao sulle note del gruppo scozzese, che apprezza la performance dei fan italiani e li incita battendo la mani ed elargendo sorrisi compiaciuti; uno dei momenti più emozionanti della serata.

Chitarra acustica, voce profonda e calda di Alex e le della meravigliosa Jacqueline danno inizio alla seconda parte della serata. Dopo aver ascoltato una delle liriche più belle mai composte dal cantante scozzese, ispiratosi al tema dell’insostenibilità dello sguardo altrui trattato da Jean-Paul Sartre, ecco che ha inizio la folle corsa verso la conclusione, scandita da un’incalzante successione di hit e canzoni dai ritmi martellanti, fagocitati senza tanti problemi dal visibilio di gente che affolla parco della Pellerina. Tra i singoli di maggior successo della passata stagione sono da ricordare la travolgente Take me out, l’inno all’amore omosessuale Michael e This Fire, eseguita con il supporto del chitarrista Paterson dei Sons and Daughters (da notare la singolare somiglianza tra Scott e Alex visti l’uno affianco l’altro). Per la gioia dei fan di ultimo grido i quattro ragazzi di Glasgow non disdegnano di riempire la scaletta con tracce appartenenti al loro ultimo lp “You could have it so much better……with Franz Ferdinand” (2005), tra le quali Evil and Heaven, The fallen, Outsiders e la trascinante This boy che, con il suo irresistibile ritmo ska, ha rappresentato una delle canzoni meglio riuscite di tutta la serata assieme a Jacqueline e Take me out. La serata si conclude con un ottimo assolo di batteria dello scatenato Paul Thomson, desideroso di dare spettacolo sino agli ultimi istanti dello show.

Una nota di merito va all’affascinante frontman del gruppo, mr Kapranos, che ha saputo intrattenere sapientemente il proprio pubblico senza bisogno di ricorrere a coreografiche acrobazie da rockstar: il fascino innato e la disinvoltura sfoggiata dal trentaquattrenne di origine greca gli hanno permesso di incantare i (soprattutto le) fan con estrema facilità, dando prova di come la genuinità spesso sappia essere più efficace di mille artifici e sappia meglio coinvolgere la folla spettatrice: io stessa ne sono testimone, dato che ho avuto il privilegio di assistere all’esibizione dalla prima fila. Il tutto è supportato da un’esibizione impeccabile, senza sbavature fastidiose o pasticci degli di nota, da un’intelligente bilanciamento tra tracce veloci e meno, che ha permesso di mantenere sempre alta l’attenzione del pubblico, e dall’ottimo feeling vigente tra i vari componenti del gruppo. Scatenato alla chitarra Nick McCarthy, che non perde il ritmo e la grinta nemmeno per un minuto, mentre il timido e taciturno Bob Hardy mantiene la sua abituale compostezza, attributo molto diffuso tra i bassisti, lasciandosi però scappare qualche abbozzato sorriso di soddisfazione.

Traffic Torino Free Festival
Progetto dell’Associazione Culturale Traffic
14 luglio a Torino
Parco della Pellerina
www.trafficfestival.com