Un nuovo album di Alex Britti. Terribilmente tecnico, libero, fantasioso, eclettico, quindi scordatevi le passate canzonette tristi da Il tempo delle mele, è arrivato un nuovo Britti e finalmente è uscito allo scoperto nella sua veste reale, quella di musicista blues, che sa incantare e trasportare la gente.
La sua anima afro-americana e la sua “musica del diavolo” sono finalmente usciti allo scoperto.
Un miscuglio di jazz, funky, blues, hip hop, è ciò che noi troviamo nel nuovo lavoro di Alex Britti, un’opera più interiore e musicalmente più alta che non fa altro che confermare il talento del musicista e la sua classe nel “maneggiare” lo strumento.
Dopo i dubbi sui precedenti album, in particolare l’ultimo 3, ecco che ritroviamo Britti in una veste inedita, quella del chitarrista di professione, tecnico, capace di far sembrare facili anche gli arpeggi e gli assoli più complessi.
Nel suo ultimo lavoro, “FESTA”, finalmente Britti riscopre la sua vera anima musicale, quella di Blues-man che ha fatto di lui uno dei migliori chitarristi italiani, sembra quasi strano ascoltare il suo nuovo album abituati forse all’immagine, che nelle precedenti produzioni si era creato, di chitarrista per la massa, quello che suonava delle canzonette che potessero piacere ad un numero sempre più ampio di persone, orecchiabili e commercialmente fruttuose ma lontane dalle grandi capacità di un’artista come Alex Britti.
Nei live queste “canzonette” assumevano tutto un altro aspetto, valorizzate dalle capacità tecniche del musicista ma in FESTA tutte le sue capacità emergono anche nell’album e non solo dal vivo.
Ora possiamo proprio dire che Britti fa parlare la chitarra, scivola sulle sue corde, la vive, entra con lei in un rapporto quasi viscerale dando libero sfogo alle sue emozioni, passioni e fantasia.
I testi dei brani continuano ad essere malinconici e tristi, dolci, poetici ma sicuramente meno scontati avvalorati dal suono blues delle sua chitarra abbinato all’uso dell’elettronica, un mix che ormai è parte della sua anima di musicista.
E’ comunque vero che Alex Britti ha trovato sempre grande fatica nel farsi accettare dal grande pubblico, travestendosi da autore leggero e placando quel fuoco e quella passione per il blues che bruciavano dentro di lui.
FESTA rappresenta un lavoro prodotto in assoluta libertà, senza il bisogno di farsi conoscere e di dimostrare qualcosa alla gente, l’unica novità rispetto al suo stile sono forse le atmosfere jazzistiche che riempiono alcuni brani dell’album (la canzone “5”).
Lunghe session chitarristiche, un uso sempre più studiato e ricercato del laptop per la costruzione delle impalcature ritmiche che sorreggono la struttura dell’album, una vena elettronica che abbinata alla disparità dei tempi nelle sue melodie e ad un background jazzistico sviluppano un suono più coinvolgente, libero, istintivo.
Una particolarità di questo album è la presunta assenza di pause tra un brano e l’altro, presunta perché in realtà ci sono ma chi prova ad entrare nella musica, ad immedesimarvisi e ad ascoltarla attentamente si potrà accorgere che tra un pezzo e l’altro esiste un flusso sonoro quasi continuo che rompe la rigidità degli schemi divisori tra le canzoni e che crea uno stream sonoro di emozioni, pensieri, sensazioni ininterrotto.
Analizzando alcuni brani possiamo trovare una grande varietà di generi: si va dalle sonorità country-blues di “Prendere o lasciare”, al ritmo jazz di “Tornano in mente” e di “5”, in quest’ultimo brano si avvale anche della collaborazione del grande trombettista Mike Appelbaum che aggiunge al brano delle belle sonorità funky abbinate ad interventi linguistici presi dallo slang dell’hip hop, a “Le cose che ci uniscono” che si ispira direttamente alle sonorità del pop degli anni ’60 e ’70.
Un disco, quindi, di grande maturità per Britti, che ci restituisce il musicista blues che ci impressiona nelle esibizioni live, quasi un artista diverso che vede le cose da un altro punto di vista e che ha saputo vivere la musica liberando quel fuoco interno che troppo spesso soffocava per le regole del commercio ma che adesso ha saputo “sputare” fuori.
Finalmente il Britti che volevamo.
Tracklist:
Festa
Le Cose Che Ci Uniscono
Prendere O Lasciare
Tornano In Mente
Una
…E Dopo Cercami
5
Quanto Ti Amo
Un Po’ Con Te
Polvere Di Marmo
Immagini
Eccoci Qua