Fuori Concorso
Salma, un’affascinante donna palestinese, ha un nuovo ed importante vicino: il ministro dell’interno israelita Navon. Per salvaguardare la sicurezza del politico e della sua consorte, i servizi segreti decidono di sradicare il vasto campo di limoni di proprietà di Salma, al quale la signora è particolarmente affezionata. La proposta di un cospicuo risarcimento non viene accolta dalla donna, che decide di agire per vie legali contro il tentativo d’abbattimento dei suoi alberi.
La lussuosa casa del ministro Navon si affaccia su un colorato frutteto ricco di limoni. La splendida cornice che avvolge la residenza del politico è però reputata pericolosa: un terrorista potrebbe introdursi con facilità nel campo e sparare nascosto dalle fronde degli alberi. L’installazione di torrette di sorveglianza e l’utilizzo di numerose guardie del corpo non rassicurano i servizi segreti, preoccupati per l’incolumità di Navon e consorte. La soluzione è lapidaria: abbattere quel fiorente rigoglioso insieme di alberi.
La proprietaria del frutteto è Salma Zidane, una donna palestinese di una bellezza ancora delicatamente intatta. L’ipotesi dell’abbattimento delle piante viene percepita come una spregevole mancanza di rispetto verso la signora, fortemente legata al terreno di famiglia. Salma trova in Ziad Daud un avvocato tenace e capace di perseguire senza timori la pratica giudiziaria ma il prestigio sociale delle controparti è ben differente. Soltanto la sensibilità e la naturalezza di Salma riusciranno a scalfire gli animi di tutti gli interessati al processo.
L’opera di Eran Riklis presenta una lucida riflessione sui complessi rapporti tra israeliani e palestinesi, non risparmiando una pungente critica al sistema politico e ai mezzi d’informazione.
La distanza fra le due popolazioni è ben rappresentata dal monumentale muro di cemento edificato per distinguere i territori di rispettiva competenza; il divario appare decisamente incolmabile ed amplificato da una politica aggressiva e poco disposta a compromessi.
Il personaggio del ministro Israel Navon viene usato dal regista per esemplificare in modo grottesco le contraddizioni che caratterizzano la classe dirigente israelita ma che non riguardano soltanto le realtà specificate nel film. Le dichiarazioni di Navon sono un freddo ed inespressivo miscuglio di citazioni non fedeli al reale pensiero del politico: i comportamenti con la moglie e con la fastidiosa vicina rivelano l’ipocrisia connaturata nell’indole del personaggio, pronto a sfornare frasi sagge per poi dimostrare la lontananza da simili prese di posizione.
I mezzi d’informazione sono presentati come un dirompente tramite fra l’elite politica e il popolo. La sfacciata capacità di sfruttare ogni insignificante episodio per crearne un imponente caso mediatico rivela l’inattendibilità del sistema informativo mentre la palese subordinazione alla classe politica impedisce un’obiettiva riproposizione dei fatti. Il mondo giornalistico appare confusamente clientelare e pericolosamente inadatto alla realtà mediorientale.
Il ritratto psicologico di Salma è di rara esaustività: attraverso le relazioni affettive con i figli e con i pochi conoscenti la donna viene delineata con raffinatezza e ne emerge un profilo dal carattere forte e deciso, motivato da sentimenti sinceri e capaci di affascinare qualsiasi persona venga a contatto con essa. Durante la presentazione del film al 26 Torino Film Festival, il regista Riklis ha affermato che al temine della proiezione ogni spettatore si sarebbe innamorato del personaggio di Salma, grazie anche alla bellezza dell’attrice Hiam Abbass. Il clamore che ha accompagnato i titoli di coda ha testimoniato come ci sia effettivamente stato un naturale e coinvolgente avvicinamento alle vicende di Salma, interpretata con pregevole espressività dall’attrice.
L’irresistibile protagonista principale non offusca però gli altri personaggi, delineati con estrema accuratezza dall’autore. Il confronto fra il ministro e sua moglie è un esempio della scrupolosità con la quale sono stati trattati i ruoli minori: la signora Navon è intenerita dalla disperazione che affligge Salma e non riesce a sopportare l’eccessiva prepotenza del marito e del suo entourage, insensibili alle necessità della vicina.
Un umorismo pacato ma comunque incisivo emerge nei dettagli e nei gesti quotidiani perfettamente integrati nello strutturato assetto registico dell’opera. La foto con lo sguardo inquietante del defunto marito di Salma costituisce un espediente costantemente in grado di creare ilarità, nonostante il suo forte significato simbolico all’interno di una società arrogantemente patriarcale.
Il giardino dei limoni, che ha fortunatamente trovato una distribuzione in Italia, è un film capace di incantare grazie alla travolgente dolcezza della protagonista e di sollecitare un’articolata riflessione sulla complessa situazione israelita.
Etz Limon
regia: Eran Riklis
sceneggiatura: Suha Arraf, Eran Riklis
fotografia: Rainer Klausmann
montaggio: Tova Ascher
scenografia: Suha Arraf, Eran Riklis
costumi: Rona Doron
musica: Habib Shehadeh Hanna
suono: Ashi Milo
interpreti e personaggi: Hiam Abbass (Salma Zidane), Ali Suliman (Ziad Daud), Rona Lipaz-Michael (Mira Navon), Doron Tavory (il ministro della Difesa/Minister of Defence), Tarik Copty (Abu Hussan), Amos Lavie (il capitano/Captain Jacob), Amnon Wolf (Leibowitz), Smadar Yaaron (Tamara Gera), Ayelet Robinson (Shelly), Liron Baranes (Gillad), Loafi Nofi (Nasser Zidane)
produttori: Bettina Brokemper, Antoine De Clermont-Tonnerre, Michael Eckelt, Eran Riklis
produzione: Eran Riklis Productions, Mact Productions, Riva Film, Heimatfilm
coproduttore: Ira Riklis
coproduzione: ARTE France Cinema, ZDF-ARTE, Citrus Film Investors, United King Films, Metro Communications
distribuzione: Teodora Film