Paul Weller all’Auditorium per Luglio Suona Bene

Il gradito ritorno del modfather nella capitale

E’ quantomeno curioso,e a Roma più che mai,rivedere un concerto di un grande artista nel giro di pochi mesi di distanza.
Questa volta ad ospitare una delle due date italiane del tour di Paul Weller,è stata la cavea dell’Auditorium Parco della Musica all’interno del ricco e,sempre di ottima qualità, programma di concerti Luglio suona bene.

Paul Weller quindi, classe 1958 da Woking,Inghilterra.
Che dire di questo artista che da quasi trent’anni non hai mai smesso di produrre musica di qualità elevata da quando appena maggiorenne formò i The Jam mod-band per eccellenza.
Il carattere irrequieto musicalmente e non di Weller lo portò all’apice del successo a sciogliere la band per formare all’inizio degli’80 il duo musicale più cool d’oltremanica gli Style Council assieme all’amico Mick Talbot,connubio perfetto tra new jazz e pop d’autore mai banale anche nei testi, spesso impegnati e di protesta contro il tatcherismo.

Ma ancora una volta Weller decise di far terminare il progetto Style Council per mettersi in gioco,questa volta come solista. Un’attività iniziata nel 1991 con l’omonimo Paul Weller fino all’ultima fatica in studio,l’ottimo As is Now del 2005 (escludendo il freschissimo – Catch a Flame – Live from London Alexandra Palace).
Una produzione di altissimo livello nella quale Weller non hai mai smesso di orientare la sua musica verso le fonti musicali che lo hanno sempre influenzato dagli Who,Small Faces e Beatles al modern soul britannico anni 60 e 70 della Stax Record.

Una miscela che lo ha portato a produrre dei veri e propri capolavori del pop-rock inglese “ Wild Wood” 1993 “Statnley Road” 1995 ed “Heavy Soul” del 1997,album seminali per le future band britanniche aldilà da venire, Oasis su tutti. L’attesa per questa data era molta anche se un pochino scemata dal fatto che era trascorso non molto tempo dal concerto di fine ottobre;prima di allora Weller mancava da Roma dal 1995.

Un bel regalo per tutti gli orfanelli del modfather accorsi numerosi ad incitarlo con inni mods, anche ormai un pochino obsoleti,: we are mod,we are mod,we are we are we are mod… basta con questo revisionismo di sottoculture ormai morte e sepolte. Di punto vestito e con il suo classico taglio a la Weller si siede con chitarra per un’ inizio set elettroacustico, accompagnato dagli ottimi Steve Cradock(chitarra),Damon Minchella (basso) e Steve White batteria già negli Style Council.

Molto buona l’acustica così come le raffinate luci che illumano il palco e una platea pigra (molto più reattiva la zona superiore,grazie soprattutto ai britannici presenti) al punto che mi è venuto da pensare se molti si erano trovati li per caso,boh? Scivolano come perle Wild Wood,la cover di Wishing on a star e Man of a Promise omaggio agli Style Council. Weller riscalda gli animi con Up in suzes ed emoziona con Above the Clouds,Savages/Fly little bird,incendia di nuovo gli animi con una fantastica di Out of a sinking, prima di rendere omaggio ai Jam con In the crowd,scatenando gli animi dei mods presenti.
Weller è in forma smagliante e così la band.
Quale sarà il segreto? Lui dice che è solo suonare,suonare,suonare.

Ci credo quando seduto al piano intona una dietro l’altra il capolavoro You do something to me, seguita da Broken stones e Long hot summer,altro omaggio ai Council.
Ritorna al centro del palco per Come on let’s go dall’ultimo As is Now e Changing man altro suo cavallo di battaglia.

Il gran finale è di nuovo un atto di riverenza per i suoi Jam con A Town called malice che manda in visibilio anche la sonnolenta platea, mi alzo e vado sotto il palco per gustarmela tutta e per ammirare da vicino uno degli ultimi leoni della storia del rock.
Il bis non c’è ma per motivi di burocrazia legati allo spazio,peccato.

God save the modfather
Setlist
Roll along summer
Misty
Forever
Wishing on a star
Man of promise
Wild wood
Up in suzes
Savages/Fly little bird
Above the clouds
Make it allright
Out of a sinking
Porcelain/Splinters
Floorboards
In the crowd
You do something to me
Broken stones
Long hot summer
Come on,let’s go
Changing man
A town called malice