Quest’anno ci vuole “Glee”

Perchè il Glee Club non è il Titanic (1x1)

Passione, determinazione, sogni, malizia, talento, coraggio, ambizione, agonismo.
Vi sembra troppo tosta? L’annegamento simulato è una cosa tosta.
Prima battuta di Glee: colpiti e affondati.

Ok. Sta arrivando Glee [oggi, 21 gennaio, ore 21.00 su Fox] E guai a chi si inizia a scaricare le canzoni dell’episodio. Si ritroverà da solo a scuotere la testa con gli occhi socchiusi in autobus o a muovere le labbra ondeggiando davanti alla vetrina di un negozio.

Ma che cosa c’è in Glee?
Siamo alla McKinley High School, un bel liceo colorato. E il cast che anima questa è perfetto in tutte le sue composizioni. Ci sono tutti i tipi, e tutti i tipi trascendono il tipico. Esempi?

Ragazzone quaterback? Ce l’ho. Solo che tradisce il suo destino di diventare quello che poi dopo anni dirà “E mai io ero il quaterback della squadra di liceo”, per iscriversi al Glee Club! Delude tutti, un po’ come Zac Ephron in High School Musical. Con la differenza che lì nessuno ti smutandava se t’iscrivevi ad un corso di canto, coreografato per di più, mentre in Glee la L di loser fatta con l’indice e il pollice è pronta ad appiccicarsi alla tua fronte brufolosa.

La cheerleader: Poteva mancare la cheerleader? Qui, presidentessa del club della castità. Per ora, può bastare.

Bella ragazza mora addestrata dai genitori alla competizione? Sii, c’è. La brunetta tutta polmoni che urla “Don’t stop believing” è solo un po’ troppo dolce e corretta, con quella sua stellina alla fine della firma, ma si finirà per amarla.

Il ragazzetto griffato dalla testa ai piedi: C’è! Giacchette Marc Jacobs, stili affettati e vecchio tocco cabaret. Come non amarlo!
Oddio, il ragazzo sulla sedia a rotelle: scherzi? per forza! Deriso da tutti (almeno nel pilot) e chiuso nei bagni chimici si riscatta suonando la chitarra. Il suo sound bello rock lo rende addirittura capace di star bene in un ballo coreografato.

Allenatore di football rude + allenatrice delle cheerleader con beverone chimico: vuoi mettere? Ovvio. I simil-nazisti non devono mai mancare. Fischietti facili, propugnano un’idea di liceo più terribile della naja nelle paludi. Avanti-marsh.
(“Scherzi i miei ragazzi nel Glee Club? Una volta hanno bruciato le sopracciglia a uno perchè guardava Grey’s Anatomy“).

Ideali e sensibilità: potevano mancare due figure edificanti? Il professor Glee (Will Schuester) e la consigliera Emma “VanDeKamp” Pillsbury sono il lato artistico con il gilet di lana spessa e i capelli color carota. Con le loro adorabili follie (moglie pazza per l’uno -“ogni mercoledì sarà la serata puzzle perchè so quanto è importante per te esprimere la tua creatività”- fobie igeniste per l’altra).

Ma cosa succede in questa puntata? Come sappiamo i pilot introducono i personaggi, chiariscono gli spazi d’azione e delineano una bella linea di fondo. Chiamala tono, chiamala morale, chiamala attitudine. E’ qui tocca a Sue Sylvester, l’allenatrice, disegnarla per bene:
“Quello che stai cercando di fare si chiama sconfinare. Il liceo è un sistema di caste, in cui ogni allievo trova la sua collocazione: gli atleti e le belle ragazze appartengono all’attico, gli invisibili i nerd appassionati di fumetti, giochi di ruolo e foreste incantate al piano terra”.
“E dove finiscono quelli del Glee?”
“Nel seminterrato”.
Il passo del pilot è proprio questo. Il coro interferisce con la reputazione.
Ecco perchè quando il professor Will Schuester dice che è sua intenzione occuparsi del Glee Club si sente dire dal preside “E’ come capitanare il Titanic!”

Poi basta andare in un altro liceo, e scoprire che lì il Glee Club è l’equivalente della squadra di football shakerata con le code di cavallo delle cheerleader. Cioè l’attico dell’istruzione di mezzo. Il Nirvana dell’accettazione del branco. Il posto dove se canti e balli e ti piace fischettare Mr.Cellophane non finisci nel bidone della spazzatura o con il succo di pomodoro sulla testa. Il branco e le tendenze sono solo questione di kilometri. Da una parte i costumi a pois a un arrangiamento adrenalinico di Rehab, con prese stunt e acuti stratosferici dall’altra una sfigata ennesima canzone di Grease che ti costerà l’ostracismo adolescenziale.
Perchè tutti ci sentiamo come alle audizioni di American Idol. Con il nostro pezzo soul o con il nostro arrangiamento di Celine Dion. E intorno a noi ci sono solo Simon Cowell.

p.s: visto che vedere le persone che cantano da sole per strada mi mette di buonumore ecco qui la lista delle canzoni del primo episodio
“Shining Star” – Earth, Wind, & Fire
“You Can Do It (Put Your Back Into It)” – Ice Cube
“Where is Love?” da Oliver!
“Flight of the Bumblebee”- Rimsky-Korsakov

“Soul Bossa Nova” – Quincy Jones
“Respect”- Aretha Franklin
“Mr. Cellophane” da Chicago
“I Kissed a Girl”- Katy Perry
“On My Own” da Les Miserables
“Golliwog’s Cakewalk” – Claude Debussy
“Sit Down, You’re Rockin’ the Boat” da Bulli e Pupe
“Raindrops Keep Fallin’ on My Head”
“A Fifth of Beethoven”- Walter Murphy
“Can’t Fight This Feeling” – Reo Speedwagon
“Lovin’ Touchin’ Squeezin'” – Journey
“You’re the One that I Want” da Grease
“Chewing Gum” (Vocal Mix) – Annie
“Rehab” – Amy Winehouse
“Moonlight Sonata”- Ludwig van Beethoven

“That’s the Way (I Like It)” – KC and the Sunshine Band
“Looking Back” – Kerry Muzzey
“Don’t Stop Believin'” – Journey