Anche le coincidenze più casuali hanno talvolta un’aura di fatalità. In quest’opera prima dell’appena trentenne regista svedese Gustav Möller, compare il nome di Elsinore, luogo dove sorgeva il Castello di Amleto. Il regista confessa che non sia stato fatto apposta, ma di certo questo film ha la potenza e la drammaticità di una tragedia scespiriana, con quel “marcio in Danimarca” fatto di colpe inconfessate e inconfessabili, di una inconsapevole pazzia, di una realtà che non è quella che appare, di una catarsi dolorosa.

Realizzato con mezzi minimi e capacità straordinarie, il film si svolge tutto nel chiuso di un ufficio delle chiamate di emergenza della polizia. Anzi, si svolge alla scrivania del poliziotto Asger Holm, di turno al 112 perché si calmi un po’: è un tipo alla Callaghan, pistola facile e modi bruschi. Ma quando il gioco si fa duro, Asger non si risparmia e va ben oltre l’orario e i compiti a lui richiesti. C’è infatti una donna rapita dal marito che chiede aiuto al 112. Le notizie che costei fornisce sono inevitabilmente frammentarie e approssimative, piene di angoscia e paura, ma Asger non lascia nulla di intentato. Le tracce della rapita conducono a nord , verso Elsinore, mentre giù, a Copenaghen, una bambina è a casa senza la mamma, sola e terrorizzata.

Partecipiamo all’inseguimento dall’interno della claustrofobica stanza, illuminata dalla luce bluastra e fredda dei computer e dei neon. Asger non vede nulla di quel che accade fuori, e nemmeno noi lo vediamo, ma grazie a una regia impeccabile dei dialoghi e dei suoni, la nostra immaginazione ci permette di vedere ciò che i nostri occhi non vedono: il ticchettio della pioggia, il fruscio dei tergicristalli, i rumori di differenti vetture, i gemiti di terrore: il film ce lo facciamo noi spettatori.

Ci immaginiamo l’orrore, man mano che la tragedia rivela il suo vero aspetto, quello che il poliziotto non si sarebbe immaginato, e nemmeno noi, che ormai siamo tutt’uno con lui.

Un orrore dal quale scaturisce la catarsi che riequilibra i poli opposti della coscienza.

Un film perfetto che ha già meritato molti premi, tra i quali quello del pubblico del 36° Torino film Festival, assegnato ex-aequo con Nos batailles di Guillaume Senez (Belgio/Francia) https://www.nonsolocinema.com/nos-batailles-di-guillaume-senez.html

Da non perdere: uscirà nelle sale italiane nella primavere 2019, distribuito da Movies Inspired.