I Musei Eremitani di Padova ospiteranno fino al 25 settembre la mostra dedicata a Tintoretto e ai suoi dipinti “ritrovati”. Si tratta di otto tele che già furono attribuite tempo addietro a Tintoretto, ma in un secondo momento la paternità delle opere fu messa in discussione preferendo forse la più comoda attribuzione ad un mero imitatore della sua maniera, precisamente ad un “pittore tintorettesco fiammingo (XVI – XVII)”. Le opere furono così relegate agli ambienti di anticamera del Municipio.
Obbiettivo di questa mostra e del suo curatore – Vittorio Sgarbi – è quello di restituire le opere al periodo giovanile e dunque di formazione del Tintoretto, portandole finalmente all’attenzione del pubblico e degli studiosi.
La mostra si inserisce in un ben più complesso progetto, sempre ideato dal curatore, che
mira a rilanciare la cultura della città patavina ma anche del territorio veneto. Sicuramente con questa mostra si è compiuto un passo significativo verso questa direzione, avendo di fatto ampliato il catalogo delle opere di uno dei più grandi artisti del Cinquecento veneziano, nonché «[…] il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura».
La sua fortuna critica emerge dalle numerose incisioni di traduzione che possiamo ammirare in mostra. Tra i grandi nomi: Annibale Carracci con l’incisione de L’apparizione della Vergine a San Girolamo, Antonio Viviani con la celebre Liberazione dello schiavo e Gottfried Seiter con una ripresa de La piscina probatica; questi i dipinti che hanno conosciuto senz’altro un maggior successo.
Fanno seguito alle incisioni una serie di edizioni illustrate delle Metaformosi di Ovidio, un testo che nel Cinquecento conobbe una circolazione vastissima, un’opera sicuramente fondamentale per quell’epoca, soprattutto per i pittori, poiché forniva loro un vastissimo repertorio iconografico da cui potevano trarre ispirazione per le proprie composizioni.
Questa è una premessa fondamentale all’opera di Tintoretto, dal momento che le otto tele qui svelate sono tutte di soggetto mitologico e sottendono un forte rimando all’opera ovidiana.
Una mostra breve ma intensa, che riesce a restituire uno spaccato del clima culturale ed artistico del Cinquecento veneziano, attraverso l’esposizione di opere dell’artista ma anche di grandi incisori, che ci danno conto della grande fortuna critica di cui godette l’opera tintorettiana.
Le parole del curatore, più di tutto, sono fortemente evocatrici dell’essenza di questa esposizione: «qui vediamo nascere Tintoretto nell’entusiasmo dei suoi giovani anni. Le tele sono fresca espressione delle sue origini pittoriche, di quella “giovinezza” esaltata come momento eroico».
I Tintoretto ritrovati
11 maggio – 25 settembre
Musei Eremitani – piazza Eremitani 8, Padova
orario: tutto l’anno 09:00 – 19:00 / chiusura: tutti i lunedì