Le recensioni dei partecipanti alla Critics Academy:
Il nuovo lungometraggio della regista svizzero-peruviana Klaudia Reynicke tenta in tutti i modi di trasmettere qualcosa e di colpire il pubblico senza mai riuscirci.
Cora, una ragazza di 19 anni, ritorna nella sua città natale, il suo nido, dove la aspettano segreti e vecchi rancori. La cupola di vetro in cui la cittadina viveva sembra andar in frantumi con l’arrivo di uno straniero.
Gli spunti e le idee sono molte, peccato non fosse per gli espedienti con cui questi vengono messi in scena. Sono molte infatti le scene che sembrano non centrare nulla con lo sviluppo della storia o che vengono accennate malamente, come il presunto rapimento da parte dello straniero di un bambino.
Numerose sono inoltre le situazioni che invece potevano essere maggiormente sviluppate e non relegate a pochi e frettolosi istanti.
Purtroppo anche la recitazione non è indimenticabile, come del resto anche la fotografia che riguardano soprattutto le scene notturne.
Il Nido sembra un film che vorrebbe offrire molto ai suoi spettatori ma che nella foga non riesca a seguire nessuno dei suoi propositi, lasciando questioni aperte e senza apparente senso.
Di Miriam Casagrande
Introdotto da Sotto il gigante, anche Il nido di Klaudia Reynicke affronta a suo modo il tema della comunità. La storia ruota intorno ad un misterioso avvenimento risalente a 40 anni prima. In un paese immaginario della Svizzera, tre uomini molestano un bambino ma il fatto resta all’epoca impunito. Cora, -interpretata da Ondina Quadri, che non spicca per le sue basse doti interpretative- scopre che due degli uomini coinvolti sono suo padre e suo zio. Il film -che per tre quarti della sua durata risulta essere non molto coinvolgente- riesce a stupire nell’ultima parte, assumendo dei toni noir e a lasciandoci titubanti grazie ad un finale aperto: chi è il terzo colpevole? Si potrebbe rispondere: la comunità! Una comunità che agisce come un clan, proclamandosi tanto religiosa ma in realtà peccando nelle omissioni delle sue colpe e proteggendo, o per meglio dire soffocando, i suoi adepti così come un nido protegge i suoi cuccioli.
Di Roberta Curcetti
Diretto dall’esordiente Klaudia Reynicke, Il Nido racconta la storia della diciannovenne Cora e di come la vita sua e del paesino di Bucco vengano stravolte dall’arrivo di uno straniero con un passato misterioso.
La sceneggiatura è intrigante e vengono trattati molti temi tra cui i legami familiari, la religione, la vendetta e l’appartenenza alla comunità. Sfortunatamente, l’esecuzione lascia molto a desiderare: la fotografia è competente ma piatta, il montaggio è molto lento (con riprese della natura che durano più di 30 secondi mostrando niente di particolare), e la recitazione oscilla da decente a pessima.
L’attrice meno convincente è Ondina Quadri: essendo la protagonista dovremmo empatizzare e vederla crescere e staccarsi dal nido familiare, ma la sua recitazione innaturale e rigida priva il suo personaggio di qualsiasi emozione.
Un montaggio più stretto e un casting migliore avrebbero aiutato molto questo lungometraggio, che risulta penalizzato nonostante ci siano buone idee, e la regista non 15può che migliorare con i suoi futuri progetti.
Di Nicolò Grasso