Sino al 22 giugno a CFZ – Ca’ Foscari Zattere è possibile visitare la mostra Any War Any Enemy il nuovo lavoro dell’artista concettuale multidisciplinare Lena Herzog. In coincidenza con la 60ª Biennale d’Arte di Venezia. Il progetto espositivo è curato da Silvia Burini e da Giuseppe Barbieri e comprende murales, incisioni, monitor e un’installazione.
Nelle sue ambizioni, Any War Any Enemy costituisce un ideale “dittico” con Last Whispers: Immersive Oratorio for Vanishing Voices, Collapsing Universes and, a Falling Tree, presentato con successo due anni fa, nel periodo della 59ª Biennale, in tre diverse modalità.
Entrambi i progetti riflettono sul tema dell’estinzione, Last Whispers delle lingue, Any War Any Enemy dell’intero pianeta, in seguito a una possibile e catastrofica guerra nucleare. Entrambi agiscono sui due registri che da tempo caratterizzano la ricerca e le opere di Lena Herzog: l’universale e l’individuale. Al primo corrisponde, in questo caso, il sempre più allarmante pericolo di un conflitto planetario e la crescente constatazione che tutti potremmo esservi coinvolti. Al secondo i sentimenti, gli stati d’animo e le reazioni profondi degli individui, caricando alcuni gesti di intensa drammaticità.
Any War Any Enemy avrà una configurazione “multimodale”: questa anticipazione espositiva si presenta infatti attraverso uno specchio nero, murales ingigantiti e dieci incisioni a mezza tinta, realizzate secondo una tecnica antica di secoli. I soggetti delle incisioni nascono da una meticolosa operazione di fotogrammetria (con diverse migliaia di scatti) su amici e vicini di casa, oggetto di una serie di mise-en-scènes. Queste innumerevoli immagini hanno costituito il database da cui l’artista e il suo team hanno creato sculture digitali tridimensionali utilizzando tecniche di modellazione 3D. Infine, alcune immagini salienti, catturate con un programma di realtà virtuale, sono state trasposte artigianalmente su lastre di rame e, successivamente, stampate a mano. La traduzione di immagini digitali su carta è un affascinante esempio di sapienza artigianale, resa possibile grazie alla collaborazione di Herzog con la Bottega del Tintoretto, con sede a Venezia. La postura e l’aspetto di queste figure umane riprendono, in una costante dinamica di ricorsione spazio-temporale, forme e gesti della plastica tardo-medievale, come il Compianto sul Cristo morto, il capolavoro di Niccolò dell’Arca conservato a Bologna, nella chiesa di Santa Maria della Vita..
Il tutto, dall’autunno di quest’anno, diventerà anche una VR piece, al momento stimata in una durata di 17’.
La figura storica del fisico Robert Oppenheimer, direttore del Progetto Manhattan, conclusosi con la distruzione delle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, è stato l’inevitabile punto di partenza del progetto di Lena Herzog, tuttavia, si concentra sui destinatari della bomba: le persone che ne muoiono.
Calendario e orari di apertura:
lunedì – sabato, 10:00 – 18:00
domenica, 15:00 – 18:00
Ingresso libero
Apertura straordinaria serale sabato 22 giugno in occasione di Art Night Venezia
Chiusura per festività: 2 giugno