Le recensioni dei partecipanti alla Critics Academy:


Il cortometraggio diretto da Niccolò Castelli presenta, con un abile patchwork di lavori preesistenti, 144 anni di storia della galleria ferroviaria del San Gottardo in sei intensi minuti. Commissionato dalle Ferrovie Federali Svizzere, Sotto il gigante è dunque un omaggio alla più grande opera nella storia della Svizzera che ha consentito «all’Europa di diventare più piccola». Il susseguirsi d’immagini abilmente montate, ci mostra come gli uomini impiegati nell’esorbitante quantità di lavoro fossero completamente immersi dal ‘gigante’. Tutti quegli uomini rappresentano l’allegoria di Davide nel famoso episodio biblico, riuscendo a sconfiggere il gigante Golia, anche in questo caso, grazie all’ingegno. Lo spettatore rimane ancora una volta stupito dalla storia del famoso tunnel (a cui ha già avuto modo di avvicinarsi durante la quarta serata del Festival del Cinema Svizzero grazie a Gotthard) riuscendo a risvegliare in sé, tramite questo cortometraggio, l’orgoglio della grandiosità umana.

Di Danae Bulfone


144 anni sono ormai passati dalla costruzione del primo tunnel del Gottardo e 25 dalla votazione con la quale si sarebbe deciso se dare via o meno alla costruzione del secondo corridoio per creare un passaggio ferroviario.

Sembra quasi impossibile riassumere più di un secolo di storia in 6 minuti, ma il mini-documentario attraverso un montaggio frenetico riesce a compiere questa impresa, sintetizzando documenti, servizi del telegiornale e fiction.

Frutto di più 60 ore di visione, davanti ai nostri occhi scorrono rapidamente immagini e video, che saltano velocemente tra passato e presente. Il tutto è collegato da più voci narranti, che ripercorrono i passi fondamentali delle diverse opere che hanno interessato il San Gottardo, l’emblema della Svizzera.

Di Miriam Casagrande


Raccontare 144 anni di storia in 6 minuti: questo era l’obiettivo di Niccolò Castelli e Alessandro De Bon con il loro breve documentario Sotto il gigante.

La Svizzera è incredibilmente legata alle sue Alpi, ma soprattutto è costantemente affascinata dal tunnel che passa sotto il San Gottardo, e alla sua problematica costruzione. Invece di seguire una struttura lineare e cronologica che cronaca la costruzione del tunnel, il montatore Claudio Cea crea un’opera più originale: c’è uno stacco continuo tra i lavoratori del XIX secolo, e le mastodontiche trivelle utilizzate nei primi anni 2000.

Utilizzando esclusivamente spezzoni di interviste, servizi televisivi e fiction, il contrasto tra passato e presente mostra il progresso tecnologico dell’uomo, ma anche la sofferenza patita dai molti lavoratori immigrati che persero la vita. In 6 minuti fai un salto nella storia, e l’emozione che si prova vedendo ciò che si è riusciti a realizzare è mozzafiato.

Di Nicolò Grasso


Il cortometraggio -commissionato dalle ferrovie svizzere e realizzato da Niccolò Castelli- riesce a condensare in soli 6 minuti, 144 anni di storia svizzera, raccontando la colossale costruzione del tunnel più lungo del mondo: il traforo del Gottardo.

Bella la sceneggiatura -se così può essere chiamata- costruita interamente sul montaggio di spezzoni di documentari pre-esistenti, e che alterna -con un montaggio frenetico- testimonianze  della realizzazione della vecchia galleria ferroviaria ad immagini più recenti. Particolare la scelta di voler raccontare l’impresa da diversi punti di vista, mostrandoci: le guerre politiche di chi non ne voleva la realizzazione; le lotte sociali di chi sperava nella sua edificazione; e gli uomini senza i quali la costruzione non avrebbe avuto mai luogo. Il documentario riesce a celebrare un gioiello dell’ingegneria svizzera, elevandolo a simbolo della sua comunità.

Di Roberta Curcetti