Pierfrancesco Favino alla Berlinale difende il Cinema Italiano

Non ha remore il bravissimo attore italiano a schierarsi. Lo fa apertamente e senza giri di parole. A Berlino, durante la conferenza stampa di presentazione del film del quale è protagonista  “L’ultima notte di Amore”, di Andrea Di Stefano, in uscita a brevissimo nelle sale, rende nota la protesta di UNITA – comunicato-iniziative-cineaudiovisivo – il sindacato degli attori del teatro e dell’audiovisivo.

“Penso di essere in grado di portare il mio Paese in una Arena internazionale – spiega Favino – ma gli attori italiani non hanno gli stessi diritti degli altri. Si tratta di una mancanza di rispetto enorme della nostra storia cinematogrfica. Siamo terra di conquista. Se i nostri produttori non accettano storie italiane, continuerà a succedere che I Gucci parleranno inglese del New Jersey; ma non succede il contrario.

In Italia le lavoratrici e i lavoratori del settore cineaudivisivo sono da mesi in attesa che venga rinnovato loro il contratto collettivo nazionale. Le troupe, i tecnici, le maestranze e perfino gli stuntmen operano in assenza di regole condivise e di tutele moderne ed efficaci.

Le attrici e gli attori italiani – unici in Europa – non hanno addirittura mai avuto un contratto collettivo di categoria che stabilisca diritti, doveri e minimo salariale e questo perché le associazioni dei produttori non intendono sedersi a contrattare, impedendo di fatto il progresso del settore sia in termini di sviluppo industriale che dei diritti dei lavoratori.
Un paese che vuole dirsi civile, non può continuare a produrre cinema e televisione in questo modo.

Per questo motivo i doppiatori italiani sono già entrati in sciopero e la più grande associazione di categoria delle attrici e degli attori, UNITA, ha deciso di rendere nota questa situazione sostenendo la mobilitazione sindacale, da oggi fino all’ottenimento di tutti i diritti che spettano a coloro che si adoperano ogni giorno con passione e professionalità per tenere in vita il nostro immaginario, il nostro cinema, la sapienza e la cultura del nostro Paese“.

Prosegue un produttore spiegando che oggi in Italia l’importante è riportare la gente al cinema, l’autunno scorso c’è stato un crollo. Non sono i finanziamenti che mancano, la vera difficoltà è di riportare le persone in sala.

Alla Berlinale 2023 tutte le proiezioni sono affollatissime e molto spesso c’è il tutto esaurito: si spera che sia di buon auspicio anche in Italia.