“RAGAZZE” DI LELLA COSTA AL TEATRO CARCANO

Quando il mito si tinge di rosa

Lella Costa parte dal mito di Orfeo ed Euridice per parlare della condizione della donna nella storia e nel mondo a noi contemporaneo.

“Orfeo ed Euridice” è uno dei più famosi miti di sempre ed è anche una delle più antiche storie d’amore giunta fino a noi. La vicenda, già attestata in Ovidio, narra del viaggio negli Inferi compiuto dal cantore Orfeo per recuperare la sua sposa, morta dopo essere stata morsa da una vipera. Il viaggio sembra concludersi felicemente, ma poco prima di raggiungere nuovamente la superficie terrestre, l’eroe inspiegabilmente si volta a guardare la donna. Infrange così l’unico ordine ricevuto dagli dei come condizione per riportare in vita Euridice. Ella è quindi costretta a tornare nel regno dell’oltretomba e non ci saranno altre possibilità di tornare in vita.

Perché Orfeo ha compiuto un gesto tanto assurdo? Da questa domanda parte il percorso personale di Lella Costa che con grande irriverenza, ma senza perdere mai il rispetto verso l’originale latino, trae le sue conclusioni, tutte strettamente legate al mondo contemporaneo. Un mito rimane tale finché mantiene la sua perpetua attualità, così l’attrice milanese esalta la figura di Euridice, rimasta in secondo piano nei numerosi studi compiuti fino al Novecento, prima che le nuove condizioni storico-culturali esaltassero il ruolo della donna nella società. La protagonista femminile del mito diventa così emblema di ogni donna, con le sue debolezze e la sua voglia di indipendenza.

Tralasciando ogni femminismo fine a se stesso, Lella Costa si muove sul palcoscenico con grande grazia, incanta il pubblico alternando humor e poesia. Saltando dal passato al presente, cita Ovidio e Rilke, poeta austriaco vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento, autore dei “Sonetti a Orfeo”. Parla di ragazze, ma non si rivolge solo a loro. “Ad essere condannato”, afferma l’attrice, “non è il genere maschile in sé, ma il potere che storicamente questo si è indebitamente attribuito, lasciando la donna in uno stato di subalternità”.

Al centro della scena un cerchio che ruota su un perno diventa simbolo della separazione tra il mondo e l’aldilà . Inesorabile l’artista si insinua nei dubbi degli spettatori: siamo sicuri che la Terra sia davvero costituita da queste “lande desolate del fuori”? O forse Terra in realtà è quanto sta sotto ai nostri piedi, quel mondo infernale che ci spaventa come ogni cosa fatta di ombre? La vita e la morte vengono viste con gli occhi di chi, pur essendo una divinità, è stata uccisa due volte, ricordando anche le dee della quotidianità che la violenza costringe ogni giorno in un regno di buio interiore.
La musica è presente durante tutto il monologo, non solo nelle note che accompagnano i momenti più densi della narrazione, fino al liberatorio can-can finale, ma anche nei rimandi al presente (viene ad esempio citato il cantautore Cocciante ed il cantore Orfeo è paragonato ad un insopportabile iPod vivente).

Profondo e intenso, “Ragazze” è una nuova dimostrazione delle grandi capacità interpretative di Lella Costa, la quale si conferma in questo modo una delle grandi protagoniste della scena italiana dei nostri giorni.

al Teatro Carcano da mercoledì 27 gennaio a domenica 14 febbraio
Ragazze – Nelle lande scoperchiate del fuori
di Lella Costa, Massimo Cirri, Giorgio Gallione
Scena e videografica di Paolo Bazzani – Costumi di Antonio Marras – Musiche di Stefano Bollani – Luci di Marco Elia – Regia di Giorgio Gallione
Durata: 1 ora e 30 minuti
www.teatrocarcano.com