Qualche mese fa era arrivato sugli schermi il contractor americano chiuso in una bara sotto la sabbia dell’Iraq (Buried). Ora, in una situazione analogamente da incubo (imprigionato in un crepaccio dello Utah, con un masso che gli blocca il braccio impedendogli i movimenti) si trova ora un ragazzo appassionato di scalate e trekking estremi.
In questo caso la vicenda è vera (Aron Ralston la racconta nel libro Between a rock and a hard place). In un certo senso la sfida cinematografica è la stessa: come rendere cinematograficamente appetibile una vicenda vissuta da un solo personaggio che rimane isolato da qualsiasi interazione e costretto all’immobilità?
Boyle “vivacizza” la narrazione con flashback, fantasie (il protagonista si immagina come “caso umano” in un talk show), sogni, ricordi, premonizioni. E, paradossalmente, ne fa il suo film più simile a Trainspotting: in entrambi i casi si tratta in fondo di esplorare e rendere visibili con gli strumenti cinematografici esperienze sensoriali fuori dall’ordinario. E allora: split screen, movimenti velocissimi, distorsioni dei suoni, massicci interventi della musica di commento.
Come preannunciano le immagini iniziali (folle allo stadio, folle che pregano Allah, ecc.), il film sviluppa la dialettica tra individualismo e massificazione, tra libertà e condizionamenti sociali, tra ricerca di uno spazio individuale e annullamento di sé nella folla. Lo fa con una certa dose di voluta “ambiguità”. 127 ore si presta a letture contrapposte: celebra lo sport estremo (il linguaggio cinematografico di Boyle, sempre alla ricerca di modalità sorprendenti di ripresa e di montaggio, si presta molto bene a questa esaltazione) e l’indomabile coraggio, l’inesauribile forza di chi li pratica, ma – allo stesso tempo – demistifica l’illusione di trovare in queste “egoistiche” fughe dalla realtà la realizzazione della libertà individuale (i numerosi marchi commerciali presenti in questo, come in diversi altri film di Boyle, non sono solo forme di product placement: diventano anche notazione ironica verso chi cerca uno spazio libero e selvaggio, ma lo fa attrezzato di tutto punto da ciò che il marketing comanda…).
Titolo originale: 127 hours
Nazione: Stati uniti – Regno unito
Anno: 2010
Durata: 94’
Regia: Danny Boyle
Cast: James Franco, Kate Mara, Amber Tamblyn, Sean A. Bott, Treat Williams, Kate Burton, John Lawrence
Produzione: Cloud Eight, Decibel Films, Darlow Smithson
Distribuzione: 20th Century Fox Italia
Data di uscita: 25 febbraio 2011 (cinema)
Sito ufficiale: http://www.foxsearchlight.com/127hours/