“Sorelle Mai” di Marco Bellocchio

Là dove sono le radici

Per chi ha avuto un bavaglino con ricamato“non baciatemi”, per chi ha una zia con l’impellente necessità di una capace tomba di famiglia, per i defunti passati, presenti e futuri; per chi ha pensato di andarsene per poi tornare, sconfitto ma amorevolmente riaccolto; per chi desidera, senza riuscire e per chi si è distratto, per poi pentirsene. L’ultimo film di Marco Bellocchio è dedicato a chi si sente imperfetto, e sa cogliere le imperfezioni.

Giorgio e Sara, si allontanano da Bobbio, dalle stanze di famiglia. Sara ha la colpa di non essere come le donne d’un tempo, che si sacrificavano senza chiedere nulla per sé. Affida la piccola Elena alle cure delle anziane zie, per tentare di recitare Shakespeare a Milano; Giorgio, anche lui aspirante attore, torna da Roma, con una futura moglie e un progetto che ha bisogno di un finanziamento e chiede alle zie di aiutarlo. Ama e odia Sara, per quel suo sfuggirgli, per quel suo non essere lì quando lui c’è, e per quella sua indipendenza, di donna fragile ma determinata; e ama Elena che cresce, velocemente, all’ombra di una casa che la protegge, in un luogo che, per chi ritorna, sembra non essere cambiato.

Un tempo si andava via, per fare fortuna, e si ritornava solo se si poteva mostrare il proprio successo. Il cambio generazionale segna qualcosa di molto diverso: i vecchi sostengono i giovani e si fanno carico della loro felicità. Avvezze e rassegnate alle trappole della famiglia, le zie, serene e sostenute da un’incrollabile fede, assolvono con pazienza al compito dell’accudire; un compito che sembra non avere fine.

Dopo aver restituito luce al coraggio di una donna sacrificata dalla storia, in Vincere, Marco Bellocchio torna al territorio fisico e psicologico delle origini e dei Pugni in tasca, per mescolare la realtà di un luogo con le mezze verità di un lavoro di laboratorio e la memoria di un film di formazione; e ricorsivo guarda alle sue radici restituendo loro valore.

Una storia incardinata nella terra e nell’acqua di un fiume, tra le pareti spesse della casa avita e cadenzata dai tocchi delle campane, di oggi, come ieri. Le sorelle, Maria Luisa e Letizia, la nipote Elena, il figlio Pier Giorgio, l’amico di sempre Gianni Schicchi e la comparsa di due giovani donne, Donatella Finocchiaro e Alba Rohrwacher; tutti impegnati in un film percorso che racconta autenticamente il passare degli anni: sei episodi, girati dal ‘99 al 2008, nati in seno ai laboratori estivi che il regista conduce a Bobbio.

Eterogeneo nella forma, con momenti alti alternati a quelli più amatoriali, Sorelle Mai, tiene sospeso lo spettatore catturato da una storia che appare vera. Pellicola e digitale, luci naturali che sgranano e colori saturi sono imperfezioni che contribuiscono a dichiarare il valore documentario; ma la cosa che sorprende è che, al di là di una immediata valutazione di discontinuità e di imprecisione, Bellocchio offre al pubblico un film generoso di spunti di riflessione, ambientato in un microcosmo quasi cristallizzato, capace però di contenere tutti i tormenti e le frustrazioni del nostro tempo. Con evidente lucidità crea un confronto generazionale sul tema della rinuncia e della determinazione di sé. Quel che resta dei tentativi abortiti, delle speranze e degli abbandoni, quel che riesce ad accogliere e a lenire è l’appartenenza, sono le radici, pur con tutti i sentimenti contrastanti e oltre a qualsiasi atto sorprendente, o eclatante, richiesto dal copione.

Le fresche, dolci acque del Trebbia, con le sue pozze profonde che accolgono i ricordi e i ritorni, fanno da alveo anche alla teatrale messa in scena della fine di un uomo in frac, che involontariamente ha superato la mediocrità di Giorgio e Sara.

Titolo originale: Sorelle mai
Nazione: Italia
Anno: 2010
Genere: Drammatico
Durata: 110′
Regia: Marco Bellocchio
Sito ufficiale:
Cast: Alba Rohrwacher, Donatella Finocchiaro, Elena Bellocchio, Maria Luisa Bellocchio, Letizia Bellocchio
Produzione: FareCinema
Distribuzione: Teodora Film
Data di uscita: Venezia 2010
16 Marzo 2011 (cinema)