Sul ponte sventolo bandiera bianca!
Ieri il Ministro Buttiglione (mentre Cronemberg e Park Chan Wook erano di fronte per un’intervista su RadioRai 3) tentava, inutilmente, di farsi passare per un esperto di cinema.
Capiamo le crisi d’identità che molto spesso colgono i partecipanti al Festival, ma la cultura è una cosa seria. “Non si può far cultura senza soldi”. Dobbiamo dire che ha proprio ragione. Solo che se i soldi ce li ha in mano lui, ci aspettano davvero brutti momenti.
I deliri festivalieri continuano. Per entrare in sala stampa non basta più il pass, oramai chiedono la fedina penale (rilevando le impronte digitali direttamente sul pc!), l’appartenenza politica (il Pc?) e una dichiarazione spontanea che attesti le proprie competenze nel gioco del Monopoli.
Ci si accontenta, per il momento, di essere risarciti a suon di caffè (tre l’ora) e di bevande energetiche. Neanche si trattasse di correre la maratona.
Tragiche le file. Per entrare al Palagalileo (come fa giustamente notare Alberto Crespi) ci si doveva prenotare lo scorso anno. Ormai è tardi. Inutile stabilire un ordine di priorità. Ogni giorno, in una località segretissima (forse in un sotterraneo del casinò) si riunisce la commissione dei tre saggi (uno è Bottiglione, ovviamente!) che decide l’ordine di entrata in sala.
Gli accrediti stampa non bastano più, si estrae a sorte. Si prevede nei prossimi giorni il prelievo coatto, casa per casa, di ignari cittadini che saranno rinchiusi in una sala e costretti alla visione del film di Battiato. Fino alla naturale conclusione del Festival. Non si accettano suicidi, si sporca la moquette. Indetti dei premi minori a chi colleziona più file.
A proposito di Battiato e del suo Musikanten. Ci chiediamo se il maestro non sia stato colto da un improvviso delirio alcolico. Grasse risate in sala (dopo appena cinque minuti di proiezione) e emigrazione di massa per cercare qualcosa che assomigli vagamente ad un film.
Notizia dell’ultima ora:
Per evitare problemi di ordine pubblico, alcuni alberghi hanno deciso di adottare le misure in vigore per la Mostra. Tutti coloro che non si adegueranno alle norme, saranno puniti con la legge marziale.
Innanzitutto il pass. Mai toglierselo di dosso. I cecchini (povere cameriere in mimetica, costrette ad arrotondare) sparano a vista senza troppi scrupoli. Vietati gli accoppiamenti fra persone d’accredito diverso.
Regolati anche gli ingressi in toilette. In ogni camera vengono affisse le priorità per docce e bagni caldi. Dalle otto alle nove del mattino solo gli addetti stampa, dopo quelli culturali e, in ultimo, fino ad esaurimento (il nostro!) dei biglietti, i privati cittadini.
Sarà per questo clima delirante, o per la mancanza d’ossigeno, che oggi si è sentito esclamare davanti al metal detector:
“Ma se passo con la sigaretta accesa, suona?”
Rinviando l’atroce dubbio ai lettori (e girandolo anche ai tre saggi, perché no?), speriamo che la dolce fanciulla sia infine riuscita ad entrare. O, quanto meno, a fare la fila.
pierpaolo.simone@nonsolocinema.com