La questione ormai è nota: Vasco Rossi, seccato per alcune frasi rilasciate dal suo storico chitarrista Maurizio Solieri in un’intervista al Corriere, ha lasciato sulla sua pagina facebook una piccata risposta che suona tanto da licenziamento.
Oltre ad aver dichiarato che l’unico rapporto esistente tra i due è di tipo lavorativo, Solieri avrebbe spiegato il perenne odio di Vasco nei confronti di tutto e tutti come un suo malessere. Inoltre, ha preso le distanze dalla sua recente decisione di non partecipare al concerto di beneficenza per i terremotati dell’Emilia che si svolgerà allo stadio Dall’Ara di Bologna il 25 giugno, affermando di aver invece dato la piena disponibilità per suonare e dare un contributo concreto ai terremotati.
E Vasco Rossi certo non ha perso l’occasione per dare ulteriore prova di una considerazione di sé che, ultimamente, sfiora il divino. Non fermandosi neanche di fronte a oltre trent’anni di sodalizio, ha dato prova di tutta la sua arroganza con un commento che nessun vero fan di Vasco e Steve Rogers Band avrebbe mai voluto leggere. Queste, le parti più spiacevoli della risposta a Maurizio:
“Da quando abbiamo cominciato nel 78 non sei cambiato di una virgola. Non sei cresciuto… non ti sei evoluto… non ti sei mai perfezionato e sei rimasto nel tuo mondo di assoli molto spettacolari ma poco precisi… e negli anni novanta sono arrivati quelli che non sbagliavano una nota…quelli come Stef.”
_ “Chi suona meglio sta sul palco chi non tiene il passo e rimane indietro va a casa.. e non sono io che lo decido.”
_ “Sei sempre stato un fuoriclasse ma non sei diventato un professionista. Tu suoni solo come vuoi o puoi tu. Infatti non hai mai suonato con nessuno altro. Solo con me.”
_ “Anche oggi in ogni intervista dimentichi che hai potuto esprimere il tuo talento solo grazie a me. Altrimenti dimmi con che gruppo avresti suonato.? “
_ “Voi eravate degli orchestrali”.
_ “Eravate tutti sostituibili anche se per me eravate i migliori. L’unico insostituibile ero io.”
_ “Ti dirò di più da dieci anni, da quando è morto Massimo, io e Guido ogni volta che dobbiamo organizzare un tour e scegliere i musicisti ci dicevamo . ma Solieri. Lo lasciamo a casa? A noi serve un chitarrista ritmico non un altro solista rimasto negli anni ottanta. Poi alla fine per affetto per la storia per i fans decidevamo ogni anno di prenderti.”
Quello che mi sfugge è il senso di tutto questo. L’unica spiegazione che riesco a dare è la più sgradevole: una pura cattiveria. Se lo sparare a zero sui vari Ligabue, Pelù, Baglioni, per certi (ben pochi) versi poteva sembrare divertente, ora l’impressione è quella di avere di fronte un artista conscio del suo progressivo e inarrestabile declino. Ma un artista che non lo accetta e sopperisce alla mancanza di ispirazione gonfiando un ego di per sé già straripante. Preferendo alla canzone strafottente il “clippino” demenziale, alle grida del suo pubblico ai concerti, i commenti dei suoi tre milioni di fan su facebook.
Se non per pura cattiveria, perché mettere alla gogna un uomo (prima che un chitarrista)? Perché sottoporlo all’ovvia umiliazione da parte dei tanti fan inevitabilmente dalla parte del “Komandante”?
C’è un dato di fatto: Stef Burns suona meglio di Solieri. Abbassandomi a discorsucci da bar che non mi piacciono per niente e a confronti che in musica non ci dovrebbero essere, dico che se non ci fosse stato Stef Burns, Vasco Rossi ora sarebbe comunque Vasco Rossi. Se non ci fosse stato Solieri, invece? Non lo possiamo sapere. Io penso di sì. Però sarebbe stato un Vasco Rossi senza Ridere di te, C’è chi dice no, Canzone, senza Dormi dormi, Lo show. Ma se poi non ci fosse stato neanche Riva? O Curreri? La prima Steve? Allora le cose sarebbero cambiate. E molto.
Solieri non conosce la teoria e la sua tecnica è quella che è. Ma ha un gran gusto che, volenti o nolenti, ha costruito il sound di Vasco: lo ha trasformato da cantautore a rocker.
E’ comodo sparare a zero su tutti, ora, quando si ha la possibilità di prendere il telefono e chiedere a Slash un assolo per il nuovo album. Una volta, però, non era così. E una volta c’era Solieri. Concludo con un pezzo scritto da Maurizio per Vasco. Si chiama Canzone. Tutti noi la conosciamo: Vasco la dedica a ogni concerto a Massimo Riva e la gente, qui, si commuove. Ecco, se non ci fosse stato Maurizio Solieri…
Nella foto Vasco Rossi
Foto a cura di Romina Greggio Copyright © NonSoloCinema.com – Romina Greggio