Proseguono gli appuntamenti di CineMi, la rassegna cinematografica organizzata dall’Agenzia per il Cinema a Milano. Sabato 28 luglio una nuova serata è stata interamente dedicata all’animazione, con una selezione ben assortita di cartoni animati realizzati dalle nuove generazioni di cartoonist.
Il titolo “Animazione a Milano” lasciava pochi dubbi sul filo conduttore delle opere presentate: il pubblico riunitosi davanti allo schermo allestito alla Fabbrica del Vapore non poteva che essere composto da appassionati del genere. Strappargli un applauso a fine serata poteva essere un’impresa. E invece nel luogo della proiezione, in quel cortile delimitato da edifici di architettura industriale tra i quali la “cattedrale” splendidamente illuminata, gli applausi non sono mancati. Il merito è dei cortometraggi in scaletta, opere originalissime prodotte dagli studenti della locale Civica Scuola di Cinema iscritti al corso di cartoni animati.
Diverse tecniche (tradizionale e digitale o solo digitale), molteplici tematiche e efficaci scelte visive per dimostrare la duttilità di un genere cinematografico spesso riduttivamente considerato “per bambini”.
Il primo cortometraggio ha reso omaggio all’attività di Giulio Cingoli, sceneggiatore e regista di Johan Padan a la descoverta delle Americhe (2002), un cartone animato di spicco nel panorama cinematografico italiano grazie anche alla partecipazione del premio nobel Dario Fo. Ad alcuni il nome Cingoli potrebbe dire ben poco; di sicuro molti ricorderanno le sue “creature” più celebri nel piccolo schermo: le zanzare protagoniste della pubblicità di una nota marca di insetticida. Giulio Cingoli, precursore e maestro di intere generazioni di cineasti e animatori, ha raccontato il suo passato: il suo arrivo in una Milano devastata dalla guerra, gli inizi della sua carriera, l’avventura della sua casa di produzione, la mitica Orti film. Si è raccontato, con generosità. Perché, come lui stesso ha sottolineato in conclusione del suo videoritratto, “ho una gran voglia di raccontare e raccontando esisto”.
I filmati presentati al CineMi sono stati realizzati dagli studenti della scuola di Cinema – corso di cartoni animati, sotto la guida dei docenti coordinati di Guido Orlandi. Ecco l’elenco.
– Ippo & Fa di Fava, Regi, Pozzi, 6’
Simpatica animazione dai disegni morbidi e dai colori brillanti sulla storia d’amore tra un ippopotamo e una farfalla. Molto ben strutturato, il cortometraggio tratta con delicatezza il tema delle convenzioni sociali e della discriminazione.
– Frontis nulla fides di C. Diodà, 3’
In un’ambientazione quasi gotica, l’incontro tra un uomo e la morte. Cartone animato in bianco e nero sorretto da una splendida scenografia e da una sceneggiatura che non manca di stupire lo spettatore.
– Lidershit di AA.VV., 2’
Disegni dai contorni marcati e ombre nette per un cartone surreale dall’animazione in stile flash
– Dracula di AA.VV., 1’
Il dramma di un vampiro che non sa trovare una presa per il suo rasoio elettrico in un castello illuminato dalla sola luce delle candele. Ben riuscita la realizzazione, che abbina fondali molto ben realizzati dalle tonalità marroni a disegni animati figli del digitale.
– Aracne di E. Cocca, 5’
L’animazione di silhouette è usata nel cinema d’animazione quasi dagli inizi della sua storia. È facilmente riconoscibile per la presenza di figure nere riprese di profilo (o più spesso secondo una prospettiva “egizia” che mostra contemporaneamente più punti di vista). Questa tecnica, utilizzata largamente da Lotte Reiniger negli anni Venti, è stata rivisitata da Eva Cocca per raccontare il mito di Aracne, l’abile tessitrice trasformata per la sua superbia in ragno dalla dea Atena. Ottima la realizzazione e l’effetto visivo; acerbo il sonoro.
– Post litteram di F. Donadoni, 4’
Simpatica animazione che racconta le difficoltà incontrate da un messo nel consegnare una lettera. Le trovate comiche non mancano, l’animazione corre fluida e scorrevole esaltata dallo sfondo bianco.
–
Fiabe africane di AA.VV., 1’
Tre corti di un minuto ciascuno per dare rappresentazione visiva ad alcuni detti africani, tra questi “non è perché il legno è stato nell’acqua che per questo diventa coccodrillo”. La texture dei fondali e dei personaggi, dal movimento volutamente a scatti, appaiono perfettamente in linea con l’ambientazione etnica della fiaba.
– The big chili di S. Migneco, 4’
Mentre il padrone è assente, gli animali di casa si riuniscono attorno a un tavolo per gustarsi il pranzo. Divertente animazione che punta molto sulla simpatica resa visiva dei personaggi.
– Cambi e scambi di AA.VV., 3’
Sfondo bianco, disegni solo abbozzati di un ragazzo e una ragazza che si trasformano e cambiano aspetto in un gioco continuo di seduzione e di ruoli. Originale l’idea iniziale, meravigliosa la resa. Un perfetto esempio del potere della matita, che crea immagini che non possono non affascinare lo spettatore anche nella loro semplicità.
– Il cappello di AA.VV., 3’
Storia ciclica. Un cappello dalla vetrina di un negozio passa di mano in mano prima di ritornare al punto di partenza.
– Tammurriata di AA.VV., 3’
Il corto più datato in programma. Tammurriata, realizzato nel 1993, al pari di altre opere della scuola di cinema milanese è stato trasposto in digitale da pellicola. Molto ben realizzato, in bianco e nero, racconta con garbo il dramma dell’emigrazione.
– Adam and Eve di Pozzi, 3’
Splendida animazione che affronta il tema delle incomprensioni di coppia. Estremamente interessante e di sicura riuscita la resa dei dialoghi: Adamo ed Eva, i cui contorni sono rappresentati da una sommaria riga nera su sfondo bianco, non disputano tra loro a parole ma con splendidi e coloratissimi fumetti animati.