“Come si chiama un caffè triste? Depresso!”
Così inizia questa commedia agrodolce tedesca, intelligente, sensibile, piena di garbo e di umorismo triste, proprio come recita l’esordio e come dice il titolo.

Joseph (lo stesso Fabian Stumm) è un regista un po’ in crisi, Sonya (Haley Louise Jones), la sua migliore amica, è molto più in crisi di lui, dopo che insieme hanno avuto un bel bambino che si chiama Pino (Justus Meyer). Quando la depressione di Sonya la costringe a essere ricoverata, Joseph sarà “ragazzo padre” a tempo pieno, seppure con un aiutino dalla mamma di Sonya.

All’allampanato Joseph ne capitano di tutti i colori, incluso rimanere incastrato e rompersi un dito di una mano nella macchinetta che distribuisce merendine e bibite. All’apprendere che ha un figlio, la reazione infastidita del suo ragazzo del momento fa capire a Joseph quale debba essere la sua scelta e che Pino è e resta saldamente al primo posto nella sua vita, ben più importante di una relazione che fin da subito non pare altrettanto soddisfacente che l’essere padre.

Stumm, classe 1981, da Coblenza, è al suo secondo lungometraggio, presentato al festival del Cinema di Monaco di Baviera nel 2024 dove è stato insignito del premio per il miglior regista nel programma German Cinema New Talent.

Alla 40° edizione del festival “Lovers” di Torino è stato presentato nella serie Spot Germany, sezione che esordisce nel 2025 con molti film interessanti provenienti dalla  Germania: “Unspoken” di Piotr J. Lewandowski; “Satanic Sow” di Rosa Von Praunheim e questo “Sad Jokes” di Fabian Stumm, che era già stato al Lovers nel 2023 con il suo lungometraggio di esordio “Bones and Names” (Knochen und Namen).