Festival Internazionale del Film di Roma
Il regista norvegese Pal Sletaune ci trascina nelle mente di Anna, una donna ansiosa e sola con gravi problemi psicologici alle spalle.
Madre di un bimbo di otto anni di nome Anders, la donna fugge dalle violenze del marito, colpevole di aver tentato di uccidere l’amato figlio.
Preoccupata che il marito possa venire a contatto con loro, Anna decide di acquistare un babycall, una sorta di walkie-talkie, per controllare a distanza il piccolo.
Durante la notte, però, la donna scopre che il nuovo apparecchio elettronico da lei acquistato riesce a trasmettere delle frequenze molto più lontane, in particolare voce e urli, sulle quali inizierà ad indagare.
Così, la donna diventerà ben presto testimone di fatti incontrovertibilmente atroci che la segneranno per tutti i giorni seguenti, portandola all’esasperazione totale.
La Norvegia è un paese esemplare per quanto riguarda la legislazione che protegge i diritti femminili: l’80% delle donne sposate, anche se ha figli di età inferiore hai 6 anni, riesce a mantenere il lavoro.
In uno studio del 2004, però, una donna su sei dichiara di aver subito delle violenze domestiche.
Il nuovo thriller di Sletaune parte proprio dall’incontro tra la suggestione di alcune tristi storie di cronaca famigliare e la curiosità verso uno strumento, il babycall, che permette di ascoltare anche quello che non si ha davanti agli occhi.
L’attrice svedese Noomi Rapace, che tutto il mondo conosce come l’hacker della trilogia Millennuim, veste questa volta i panni di una madre terrorizzata e insicura.
Il film non lascia altro che un incredibile stato d’ansia e la spiacevole sensazione di aver perso tempo prezioso per tutti i 96 minuti della sua durata.
Titolo originale: Babycall
Nazione: Norvegia, Germania, Svezia
Anno: 2011
Genere: Thriller
Durata: 100′
Regia: Pål Sletaune
Sito ufficiale: www.babycall-film.no
Cast: Noomi Rapace, Kristoffer Joner, Vetle Qvenild Werring
Produzione: 4 1/2 Film, BOB Film Sweden ABData di uscita: Roma 2011