“CHE PASTICCIO, BRIDGET JONES!” di Beeban Kidron

Che noia, Bridget Jones!

L’abbondante single londinese torna sul grande schermo con risultati alquanto fiacchi

Come ogni anno arriva la consueta commedia stile british. Questo gennaio è la volta del ritorno di Bridget Jones, la giornalista nata dalla penna di Helen Fielding e già portata sullo schermo tre anni fa da Sharon Maguire.
Ma se nella prima versione cinematografica la simpatica single alquanto in carne divertiva il pubblico con i suoi mutandoni di lana e le sue abbuffate antidepressive, questo episodio diretto da Beeban Kidron non aggiunge granchè al personaggio di Bridget (una Renee Zellweger nuovamente appesantita di 15 chili).

Le vicende di una vita amorosa che si districa tra l’avvocato di successo un po’ impettito Mark Darcy (Colin Firth) e lo sciupafemmine conduttore televisivo Daniel Cleaver (Hugh Grant) si dipanano alquanto macchinosamente e con numerosi cali di ritmo.

Nonostante la brillante interpretazione dei tre attori ed alcune gag divertenti, non c’è aria di novità nel nuovo “Bridget Jones”, che cade più di una volta nella ripetizione di battute e argomenti vincenti nel primo episodio (i mutandoni, il maglione ricamato dalla mamma) e nella messa in scena di clichè della single insicura e sovrappeso.

Vincente invece la scelta degli scenari e delle ambientazioni: la romantica Londra, con i suoi palazzi signorili e il London Bridge illuminato di notte; ma anche una buffa vacanza sulla neve e un viaggio di lavoro (che si conclude in carcere) in Thailandia.

Ancora una commedia britannica molto curata dal punto di vista di scenografia e stile dunque (lo scorso Natale avevamo visto il brillante “Love Actually” di Richard Curtis, sceneggiatore anche di “Il diario di Bridget Jones” e “Che pasticcio, Bridget Jones!”); ma questa volta il risultato non è convincente in quanto a contenuti, ritmo e freschezza.
Tre anni fa la figura di Bridget, trentenne bruttina e sentimentalmente instabile, rappresentava una novità in un panorama cinematografico costellato di bellezze taglia 40.

Il seguito del brillante “diario” di Bridget ha anche questo ostacolo da affrontare; ma sono le situazioni create dagli sceneggiatori (e dalla scrittrice del romanzo Helen Fielding) a risultare questa volta meno credibili, esagerate e talvolta forzatamente comiche.

Sono passati dieci anni da quella novità chiamata “Quattro matrimoni e un funerale”, prototipo per eccellenza della commedia inglese anni ’90, un genere che si distanzia da quelle commedie romantiche hollywoodiane post “Harry, ti presento Sally” (fatte con lo stampo) proprio per il suo humor marcatamente inglese.
Purtroppo il “ritorno” di Bridget Jones non tiene alto l’onore del genere.

Titolo originale: Bridget Jones: the edge of reason
Nazione: Regno Unito
Anno: 2004
Genere: Commedia
Durata: 108′
Regia: Kidrom Beeban
Sito ufficiale: www.bridgetjonesthemovie.com
Sito italiano: www.chepasticciobridgetjones.it Cast: Renee Zellweger, Colin Firth, Hugh Grant, Jim Broadbent, Jacinda Barrett
Produzione: Tim Bevan, Jonathan Cavendish, Eric Fellner
Distribuzione: UIP
Data di uscita: 07 Gennaio 2005