La ricerca di una anziana ladra, “Nonna Italia” sarà occasione per due giovani di scoprire una Roma “altra”, specchio rovesciato della città eterna dei turisti e dei lustrini. E’ lei la vera protagonista di questa simpatica commedia: Roma, con i suoi difetti e le sue virtù, descritte a metà strada tra luoghi comuni e inedite “cartoline” sociali. Valerio Mastandrea fulcro di tutto, nel suo classico ruolo di eterno, simpatico outsider di periferia.
Tutto nasce dal monologo televisivo “Nonna Italia” scritto e interpretato da Valerio Mastandrea. La storia, surreale quanto basta, narra di Nonna Italia, pluri-pregiudicata nonnetta che scappa dall’ospizio in seguito all’ennesimo furto con scasso. Il nipote (Valerio Mastandrea) e il figlio (Raffaele Cannoli) dell’anziana arzilla la cercheranno per tutta Roma, in un percorso anche interiore che è viaggio nella vita e nella mente di un nugolo di outsider. Chi nasce tondo non muore quadrato, recita il proverbio, una sorta di rinuncia al destino, che è prova dell’eterna lotta del povero, di chi si deve inventare una vita giorno per giorno, di chi bighellona e bazzica, di chi ha come nemico il pizzardone e i semafori rossi. Il film è questo: si basa sull’interpretazione “canonica” di un Valerio Mastandrea simpatico nel suo essere eterno perdente e di un Raffaele Cannoli che sempre ci rimanda al personaggio del “gigante buono” de Il grande cocomero.
Completano il cast la presenza di cammei e vecchie glorie, a volte utili alla narrazione, come Anna Longhi, neo-Sora Lella e Glauco Onorato nell’intenso ruolo del prete, a volte meri esempi di trash cinefilo (Sandra Milo nel ruolo della maitresse Anna Tre Culi e il cliente del bordello con il viso e la tristezza di una gloria come Tiberio Murgia) Anche se l’intento di dissacrare un mondo che non si addice sempre alle corde di personaggi fieramente outsider e pur non convincendo del tutto sul piano della storia e dell’originalità dei dialoghi, non supportati da una presenza eccessiva della musica, non viene minata l’operazione produttiva coraggiosa, se si pensa che il film, girato e proiettato in digitale, uscirà in una manciata di sale tra Roma e provincia.
Una formula produttiva da incentivare per il cinema indipendente italiano (il film ha infatti aperto recentemente la kermesse del Riff, il Festival del Cinema Indipendente a Roma) che ha visto il regista Alessandro Valori (all’attivo cortometraggi, documentari, videoclip) farsi artefice di un progetto che ha coinvolto nella realizzazione pratica i ragazzi di quattro licei romani, coinvolti nelle fasi delle riprese in un vero e proprio percorso formativo incentrato sull’audiovisivo. Ne è scaturito un film fresco, semplice, spesso divertente, a volte tira un po’ la corda, tanto da far sembrare i novanta minuti di durata anche eccessivi. Più adatto forse a un pubblico “locale” romano, che potrà trovare nel linguaggio romanesco e nell’ambiente delle trattorie casareccie, delle bische clandestine, una Roma “altra”.
Una città costellata da preti hippy di periferia che mantengono vivo il quartiere dispensando consigli e qualche genere di necessità. Una città che resiste, nonostante le elezioni, nonostante i caro-vita e l’emergenza case, un sostrato di città che vive e combatte negli sgomberi forzati, negli sfratti che svuotano il centro storico per far arrivare neo-ricchi e super-attici abusivi. Una città che respira nel suo linguaggio musicale, mai davvero volgare anche nella trivialità, una città dove è ancora possibile sognare una fuga dall’ospizio-lager. Un film, Chi nasce tondo, che spesso lambisce questa poesia, da migliorare nell’impianto dell’intreccio, ma sempre un ottimo segnale che il cinema indipendente se po’ fà!
Titolo: Chi nasce tondo
Nazione: Italia
Anni: 2008
Genere: Commedia
Durata: 90’
Regia: Alessandro Valori
Cast: Valerio Mastandrea, Raffaele Cannoli, Sandra Milo,Tiberio Murgia, Regina Orioli, Anna Longhi, Glauco Onorato, Corrado Fortuna
Produzione: Digital Deskin coll.Cinetown e RaiCinema
Distribuzione: Istituto Luce
Data di uscita: 16 Maggio 2008 (cinema)