DAVIDE FERRARIO: “PIAZZA GARIBALDI” E L’ITALIA CHE MUORE

Il film nelle sale dal 20 novembre, in concidenza con la fine delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia

Affiancato dal co-sceneggiatore Giorgio Mastrorocco e dalla “lettrice” Luciana Littizzetto, Davide Ferrario presenta il suo film Piazza Garibaldi al pubblico torinese. Un viaggio sulle orme dei Mille, quando l’Italia non era unità, ma vitale e piena di sogni. E invece oggi…

Diretto e scritto da Davide Ferrario con Giorgio Mastrorocco, da un’idea di Marco Belpoliti, Piazza Garibaldi è un viaggio geografico, ma soprattutto antropologico attraverso l’Italia di oggi, sulle orme dei Mille di Garibaldi.

Presentato alla 68. Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Controcampo Italiano, dove è stato applaudito a lungo dal pubblico, sarà nelle sale dal 20 novembre, in concidenza con la fine delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia.

Da Bergamo a Quarto dei Mille, dalla Sicilia risalendo fino a Teano, un viaggio, hanno raccontato Ferrario e Mastrorocco, iniziato nel 2008 con un meticoloso lavoro di ricerca storica. Il passato diventa il filtro per leggere il presente e cercare di comprendere il domani di questo strano Paese. Un film che lascia poco spazio all’ottimismo, non offre ricette per il futuro, piuttosto un insistente richiamo alla consapevolezza.

Quando il film era finito – ha spiegato Davide Ferrario – l’ho fatto vedere a un po’ di amici e la risposta di quasi tutti è stata: il film è molto bello, ma che mazzata! Perché certo non si torna a casa contenti, dopo averlo visto”. Però, come spesso accade quando si è on the road, si ricordano anche le cose belle, che in questo film non mancano: “Ci sono momenti e soprattutto persone bellissime: il discorso sulla memoria di chi ancora lavora le pietre Coti, la giovane architetta in Sicilia, le persone intorno all’albero di Falcone, il ‘seppellitore’ di Gioia Tauro”.

Briciole di luce in un universo buio: “Il film riguarda il disastro sociale italiano, al quale però non mi sento di rassegnarmi. Per questo trovo giusto spiegare che l’Italia sta scomparendo perché demograficamente è morta. Non lo dico io, lo dicono i dati scientifici. Per interrogarci davvero sul futuro bisogna chiedersi come ci siamo arrivati, fino a qui”.

Una “mazzata” necessaria, quindi, per prendere coscienza che “siamo stati un popolo meraviglioso, ma che siamo arrivati al tramonto”. Ma anche “paradossalmente, una dichiarazione d’amore per questo Paese. Perché le cose che ami non puoi solo blandirle, devi anche, ogni tanto, pigliarle a schiaffi”.

Nella foto Davide Ferrario alla 68. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
Foto a cura di Romina Greggio Copyright © NonSoloCinema.com – Romina Greggio