Marsilio propone un lungo saggio sul ruolo del tempo nel teatro, colmando una forte lacuna critica.
“Entracte” o “Between the acts” per dirla con le parole di Virginia Woolf. Il tempo che scorre durante una rappresentazione scenica in cui il pubblico se ne sta seduto in teatro e il tempo che scorre sul palcoscenico, il momento che gli attori vivono sulla ribalta.
Questa distinzione – tra tempo dello spettacolo e tempo della narrazione – è stata formulata dal semiologo Gerard Genette e costituisce un punto fondamentale per chiunque voglia osservare la drammaturgia sotto il profilo temporale.
Il teatro convenzionale – rappresentato, per esemplificare, da Goldoni o da Ibsen – ha fatto sì che lo spettatore non presti attenzione all’aspetto cronologico della narrazione, ma si concentri sugli attori e sul racconto. Eppure, anche un testo canonico come Amleto, presenta evidenti riferimenti temporali: le due guardie che vedranno il fantasma del padre di Amleto, in poche battute, lasciano intendere che sono trascorse alcune ore. Il tempo del racconto non coincide, quindi, con quello dello spettacolo.
Al contrario in Sei personaggi in cerca d’autore o in Questa sera si recita a soggetto, Pirandello quantifica cronologicamente la durata degli intervalli, dando una descrizione precisa di cosa farà il pubblico e cosa gli attori. In questo caso i due tempi coincidono.
E cosa succede se si decide di rappresentare uno spettacolo in cui, nel tempo dilatato in cui una pallottola arriva dalla pistola alla tempia di un aspirante suicida, scorrono davanti allo spettatore momenti della sua esistenza?
Da questi interrogativi – e da molti altri – ha mosso la propria indagine Piermario Vescovo che, con questo contributo, colma la lacuna che altri studi, pur occupandosi di teoria drammaturgica o narrativa, non avevano affrontato. Eppure si tratta di un aspetto che trova origine, come molti quesiti critici, nella Grecia di Aristotele e, secolo dopo secolo, giunge fino alla drammaturgia contemporanea.
Un volume sperimentale, per soggetto e gestazione, che colpisce per la novità nell’approccio fortemente comparatistico tra letterature e generi diversi.
P. Vescovo, Entracte. Drammaturgia del tempo, Venezia, Marsilio, 2007, pp. 269, € 24