Franz Ferdinand! Il Mazda Palace ed oltre

Come si dice: “L’avete visto il concerto dei Franz Ferdinand?”. Alla notizia del nuovo singolo, “The fallen”, annunciato recentemente dai FF e in arrivo su due CD in data 27 marzo, non si può fare altro che tornare a parlare di loro e ripensare al tour italiano. Sabato 17 dicembre 2005, Milano, un concerto memorabile. Ed è con questo spirito nostalgico che mi viene voglia di raccontarne, senza troppi tecnicismi né liste di esecuzione, ma con qualche considerazione di sorta.

Mi sale l’immagine del palco composto ad arte e del pubblico, assolutamente in delirio e stupefatto di se stesso. Non credo infatti nessuno si aspettasse un concerto simile, con migliaia di fans e le file ai botteghini. Evidentemente non gli organizzatori, che avevano relegato la band ad un ben più modesto Palalido e poi hanno dovuto traslocare al Mazda a poche settimane dall’evento: come una promozione inaspettata.

Scettro e corona arrivati direttamente dal pubblico ed appena al secondo album (tale “You can have it so much better”) per i quattro ragazzi, che sembra ricevano solo in parte il sostegno della casa discografica. La loro fama è piuttosto sotterranea, costruita nella spazio virtuale dei forum e a suon di passaparola ed era forse poco documentata e sottovalutata.

Succede così che, contro una folla che balla-canta a gran voce sulle note di Take me out, contro il giudizio di quanti innalzano la band scozzese a nuova speranza del rock, il mixaggio e l’acustica durante l’evento siano stati ritenuti inadeguati, il palco piccolo se pure raffinatissimo ed una scelta di canzoni talmente scontata, da confermare i sospetti: la fiducia dei produttori non è del tutto solida. Una di quelle occasioni in cui l’equazione pubblico-produzione va a favore dei primi e sono loro a scegliere ed in qualche modo a stupire, dimostrando un gusto superiore a quello che gli si attribuisce. curioso

Il Mazda palace era assolutamente pieno ed è stato singolare, quanto divertente che 10.000 persone, ritenendosi cultori di musica, quasi dei collezionisti di nomi inediti, si siano ritrovate coinvolte in un fenomeno di massa ed in un concerto dalle sembianze pop.
E’ un fenomeno che disorienta un po’ tutti i suoi protagonisti e gli propone nuove combinazioni.

Che dire poi di quanto lo stesso Alex, leader di Franz Ferdinand, annuncia a proposito del prossimo album: “Sarà probabilmente diverso dai primi due, credo che il prossimo sarà più un robusto disco di musica pop rispetto ai primi, sì, sarà più pop”. E’ come se non avessero tuttora inteso il perché del successo e piuttosto che proseguire per la loro strada di innovazione e originalità, si tengano bassi e cerchino di inseguire il pubblico. Invece la massa finora li ha ricercati, dimostrandolo in questa occasione in modo inequivocabile e senza che loro le si adattassero, come a sfatare il mito per cui “la ricercatezza non si coniuga con numeri e vendite”.

Una sfida che andrebbe colta, invece di essere lasciata lì, nel limbo di un music business che cambia senza volersene assumere le responsabilità. Gusti che crescono, evolvono, si raffinano e case discografiche che cercano ancora di imboccare pappa ritrita e scotta.
Lo stesso secondo album, che doveva avere copertina e titolo uguali al primo, una sorta di azzardo di Alex e Bob i quali avevano paventato l’idea, è stato poi convertito alle regole del marketing e battezzato come sopra (You can have it so much better) “Sarebbe sembrato troppo artificioso avere lo stesso disco più e più volte” dice Alex Kapranos.
I fans però la pensano diversamente e sarebbero stati entusiasti di questo esperimento.

Una band che inventa un nuovo stile, che sa di arte e scrive di gastronomia, che gioca sul palco e fa scelte ironiche, dunque si dimostra sicura di sé, dall’altro lato poi non può non rischiare e contenere brillanti bizzarrie: è come dire di non fare leva su “fattori strategici di successo”, non essere nelle proprie corde, ma soprattutto è come dire di voler… perdere un’occasione.