HEINEKEN JAMMIN’ FESTIVAL 2007

15 giugno: cronaca di un disastro

Arriviamo zaini in spalla, in tempo per l’esibizione dei My Chemical Romance. Appena varcati i cancelli del parco, il cielo comincia a rumoreggiare e qualche goccia di pioggia ci sfiora. Ma che importa, la sera arrivano i Pearl Jam, anche il maltempo fa rock! Indossiamo gli impermeabili e ci avviamo verso il palco principale: tutta la zona antistante è gremita, in tanti quasi sbeffeggiano la pioggia che nel frattempo si fa insistente. Preso posto poco lontano dalla transenna fronte palco, comincia il diluvio. Pochi secondi e siamo colpiti da una fitta grandinata con raffiche di vento. Si fa quel che si può: noi ci accovacciamo stretti cercando riparo in un piccolo ombrello, altri fuggono sotto qualche tendone. Sono minuti di tempesta, conditi da urla e imprecazioni. Non ci tiriamo nemmeno su a vedere cosa succede intorno, tanto siamo impegnati ad evitare l’inevitabile, cioè ritrovarci fradici da testa a piedi. Quando finalmente cessa la tempesta, ci alziamo in piedi e scopriamo il disastro: impressiona soprattutto che tutte le torri che sorreggevano casse e megaschermi sono cadute. Dopo poco gli addetti alla sicurezza ci fanno spostare verso la collina, mentre ambulanze giungono sul posto. Si spargono preoccupazioni, interrogativi su che succederà, le voci sui poveri feriti. Dopo circa mezz’ora, ci viene detto di uscire, e subito dopo arriva la notizia ufficiale della cancellazione delle giornate del 15 giugno e del 16 giugno. In serata, Milano Concerti comunica che il nubifragio ha reso impossibile anche la giornata del 17, annullando completamente una festa che giovedì era cominciata nel migliore dei modi. Ce la si prende con la sfortuna, che pare davvero l’unica responsabile di un disastro non annunciato, e con qualche menagramo che vedeva questo festival come una calamità abbattutasi su Mestre e Venezia. Come un nubifragio, appunto.