“IL BUIO OLTRE LA SIEPE” di Harper Lee

La lotta contro la discriminazione

Questo libro, il cui titolo originale è To kill the mockingbird, apparve nel 1960 e nello stesso anno fu insignito del premio Pulitzer, raccogliendo favore di pubblico e di critica. Il successo fu tale che diventò un film già nel 1962, con la regia Robert Mulligan e con Gregory Peck come protagonista.

Siamo nell’Alabama degli anni ’20, la protagonista, Scout, è una bambina di 6 anni che racconta di quello che vede trascorrere davanti ai suoi occhi. I suoi compagni di gioco e d’avventura sono suo fratello maggiore Jem, responsabile e protettivo nei confronti della sorellina, e il loro amico Dill, nominato fidanzato di Scout. Scout impara precocemente a leggere, e il suo impatto con la l’istituzione scolastico si rivela traumatico, in quanto la scuola si mostra totalmente sorda e cieca alle istanze della bambina.
Il padre di Scout è uno di quei pochi avvocati che si impegna a garantire alla gente di colore una giusta difesa nei processi. È alla prese con un caso di stupro in cui viene accusato un nero. Questo suo agire lo isola dalla comunità, e teme di non poter più continuare la sua professione, non garantendo più così un sostegno per i suoi figli.

In questo romanzo, dai forti caratteri apparentemente autobiografici, si staglia un panorama degli Stati Uniti del Sud, della provincia profonda che annega nelle lunghe giornate assolate. Qui domina la discriminazione, l’ignoranza, e si creano misteri e leggende che nutrono i pregiudizi.
Chiunque in qualche modo non si adegua alla norma, alla tradizione, viene messo da parte, chiunque è diverso viene privato di cittadinanza sociale se non civile.
Il padre di Scout è una forza contraria, una di quelle prime voci che cercano di scardinare le giunture arrugginite di una società decrepita seppur non così antica. In altro modo, la curiosità infantile dei bambini li porta a scoprire che dietro i misteri c’è solo un’umanità relegata nell’ombra delle propria mura.

L’infanzia di Scout diventa così metafora dell’infanzia di una nuova società, quando si svelano i miti, si scopre la violenza e il dolore e si conquista il diritto di parola.
In questa opera il mondo della letteratura rispecchia se stesso, come a volte succede. Uno dei personaggi è ispirato a Truman Capote, amico d’infanzia della scrittrice, così come Harper Lee è fonte di ispirazione di un personaggio in un’opera di Capote. Questo legame tra i due scrittori, e il loro carattere, ha fatto sospettare che il libro fosse stato scritto in realtà da Truman Capote, scrittore conosciuto per il suo stile e per l’abitudine di attingere senza remore dalla propria vita.
Lo stile è tra gli esempi migliori di scrittura del Novecento americano. L’intrecciarsi delle avventure infantili e dei forti avvenimenti sociali si spiega senza difficoltà sotto la guida della voce di Scout che dalla posizione riesce a trarre dei privilegi e ad offrire un’osservazione della realtà che ne mostra le stranezza ed idiosincrasie.

Harper Lee, Il buio oltre la siepe, Feltrinelli, Milano, 2006.