Nel mondo dell’arte Ferrara è ormai associata a Boldini e De Pisis: due grandi pittori che l’hanno inserita di diritto fra le città d’arte più notevoli in Italia. Numerose rassegne sono state organizzate nella città estense avendo come stelle di richiamo uno o entrambi questi artisti, eppure il loro repertorio è talmente vasto, invitante che non ci si trova di fronte a questa nuova mostra a un dèjà vu, ma piuttosto davanti a nuove sollecitazioni che permettono di allargare e approfondire la conoscenza di questi due artisti dalla vita e dallo stile così diversi.
La mostra è anche un omaggio alla città rimasta ferita nel terremoto del 2012 che l’aveva obbligata a relegare le opere in depositi sicuri per preservarne l’incolumità sottraendole quindi al pubblico.
Questo allestimento di ripiego in attesa di una sistemazione definitiva offre il grande vantaggio di calcare le antiche pietre del Castello, di scenderne le scale a chiocciola ancora segnate dallo scalpiccio dei cavalli che le salivano con il cavaliere in groppa. Si intravedono le segrete buie, tetre, stillanti umidità e ricordi di antichi dolori, i celebri camerini di Alfonso I, le sale densamente colorate nelle loro pareti di vita dipinta con scene di vita cavalleresca. Un luogo ideale quindi per immagazzinare immagini e riviverle nel ricordo animandole di menestrelli, poesie recitate davanti alla corte, di lauti e raffinati banchetti dalla durata interminabile.
L’iter creativo di Boldini e De Pisis è raccontato attraverso quadri ad olio, pastelli, acquerelli, studi, annotazioni che semplificano la comprensione di queste opere apparentemente facili ed accessibili, in realtà frutto raffinato di studi, riflessioni,, sperimentazioni, agevolati da un genio pittorico capace di riprodurre sulla tela l’opera concepita nella mente.
Boldini ha avuto un ruolo determinante nell’evoluzione della pittura italiana, un po’ sclerotizzata nella pittura oleografica dell’ottocento, perfetta e precisa nel disegno ma pur sempre nel solco della ritrattistica e del paesaggismo tradizionale. La frequentazione a Firenze del circolo dei macchiaioli ha consentito a Boldini di prendere son bien où il le trouvait come diceva Molière perfezionando e personalizzando sempre più il suo stile.
Il percorso espositivo parte dalla sala del Governo, della Devoluzione, dei Paesaggi e delle Geografie con dipinti, opere su carta e documenti appartenenti a Boldini. Con il dipinto Le sorelle Laskaraky Boldini si pone nel solco dei macchiaioli ma poi, il viaggio a Parigi lo immerge nel mondo degli impressionisti grazie al confronto con Degas. La ritrattistica è la cifra espressiva più confacente a Boldini. Consapevole del proprio aspetto sgraziato e dell’impossibilità di conquistare le dame raffinate aristocratiche dai lunghi colli di cigno, dallo sguardo altezzoso e provocante, l’artista le fa proprie dipingendole esaltandole seducendole con il suo pennello.
La consacrazione sulla scena mondana di queste bellezze avviene ormai solo attraverso un suo ritratto che equivale ad un titolo nobiliare: Notturno a Montmatre e Cantante mondana riprendono i modi e lo stile di Degas ma con la ritrattistica Boldini diviene l’archetipo imitato ancora ai giorni nostri per la sua grande abilità di conciliare la rassomiglianza della pittura classica con l’evanescenza, la leggerezza, la novità dell’ impressione. Dame e omaggi floreali sono inscindibili in quella sua epoca cavalleresca e sono quindi i fiori sciolti e posati negligentemente su una consolle, l’altro soggetto prediletto.
Mondanità, frivolezza, gioia di vivere in un contesto dimentico delle lotte che il mondo circostante sta sostenendo contro lo sfruttamento del lavoro operaio e minorile, Boldini si chiude nel suo mondo per fare durare questa bella epoca che fra poco una guerra terribile e interminabile avrebbe travolto.
Di De Pisis vi sono testimonianze del periodo giovanile quando la sua personalità ambigua e sostanzialmente misogena non era ancora pubblicamente nota ma si lasciava intuire dai soggetti rappresentati: languidi giovanetti, nei loro vestitini alla marinara, eleganti ed efebici ispiratori dell’artista.
Curatori
Maria Luisa Pacelli, Direttrice Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea,
Barbara Guidi e Chiara Vorrasi, Conservatrici Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea
Orari di apertura
Dal 31 gennaio al 31 maggio e dal 1 settembre al 30 settembre: aperto tutti i giorni, 9.30 – 17.30
Dal 1 giugno al 30 giugno: aperto tutti i giorni, 9.30 – 13.30 / 15.00 – 19.00
Dal 1 luglio al 31 agosto: chiuso il lunedì, 9.30 – 13.30 / 15.00 – 19.00
Dal 1 ottobre al 31 dicembre: chiuso il lunedì, 9.30 – 17.30
(la biglietteria chiude 45 minuti prima)
Giorni di chiusura: 25 dicembre, i lunedì non festivi nei mesi di luglio, agosto, ottobre, novembre e dicembre
Informazioni
tel. 0532 299233
castello.estense@provincia.fe.it
www.castelloestense.it