Due anni dopo “La bisbetica domata”, la compagnia Quelli di Grock torna a lavorare su un testo shakespeariano e lo fa nel modo che le è più congeniale: riporta il classico teatrale “Le alegre comari di Windsor” a nuova vita, adattandolo alle esigenze del gusto contemporaneo.
Composto, secondo la tradizione, per esplicita richiesta della regina, “Le allegre comari di Windsor” sono un particolare caso di ‘sequel’. Le diverse sottotrame che compongono l’opera sono infatti accomunate dalla presenza di Falstaff, personaggio comico e grottesco che il pubblico elisabettiano aveva già potuto apprezzare nelle due parti che formano il dramma storico “Enrico IV”. Il protagonista (il cui nome è reso in italiano anche come ‘Falsa Staffa’) è un cavaliere con un passato almeno apperantemente glorioso, ma che vive ormai di espedienti e piccoli furti ai danni dei ‘rispettabilissimi’ abitanti di Winsdor per saziare i suoi vizi: l’alcol e le donne. Per punire le malefatte dell’uomo si mobilita l’intero villaggio, che ordirà una serie di scherzi ai danni del malcapitato, ma i disguidi che ne nasceranno comporteranno nel finale l’impossibilità di distinguere tra chi ha attuato e chi ha subito la beffa. L’angosciante ritorno allo status quo dimostra l’impossibilità di una vera rivoluzione in grado di cambiare la mentalità della popolazione della cittadina di provincia.
La scenografia dark crea attorno alle vicende rappresentate un’inquietante aura che rende in maniera efficace la negatività del perbenismo ostentato dalla popolazione di Winsdor. I personaggi si muovono con grazia ed agilità su praticabili, mentre sullo sfondo si stagliano scheletri di case in legno coperte di ragnatele. Le diverse parti cantate, lungi dall’appesantire la messinscena, danno vita a momenti di puro divertimento teatrale e le musiche di Gipo Gurrado si dimostrano efficaci per la rappresentazione.
Gli attori, anche i giovani appena approdati nella compagnia, appaiono convincenti e abili ad unire il grottesco con la credibilità del personaggio interpretato. La nuova produzione della coppia Claudio Intropido e Valeria Cavalli si dimostra una commedia brillante e contemporaneamente carica di spunti di riflessione. Manca purtroppo una ricerca di rinnovamento del linguaggio artistico che nei precedenti lavori, ma soprattutto ne “La locandiera”, i due registi avevano saputo ampiamente dimostrare.
Le allegre comari di Windsor di William Shakespeare, in scena al Teatro Leonardo dal 25 novembre al 31 dicembre
traduzione ed adattamento di Valeria Cavalli – regia Valeria Cavalli, Claudio Intropidocon Giulia Bacchetta, Fernanda Calati, Pietro De Pascalis, Cristina Liparoto, Marco Oliva, Andrea Robbiano, Elisa Rossetti, Simone Severgnini, Max Zatta
produzione Quelli di Grock
Durata: 2 ore
www.quellidigrock.it