L’ultima creatura di De Carlo è una storia d’amore, che non si limita alla scialba banalità di altri romanzi rosa: qui i luoghi comuni e la mancanza di inventiva toccano apici indescrivibili. Leggere per credere.
Nel primo capitolo incontriamo Lei: Clare Moletto, americana trapiantata in Italia per amore. Pagina dopo pagina, la scopriamo bella, atletica, intelligente, altruista…praticamente perfetta. Impossibile non odiarla. Lui, invece, è Daniel Deserti: uno scrittore in crisi, cinico e arrogante, che guarda con freddo distacco le cose del mondo; ovviamente detesta Facebook, la tecnologia e ogni strumento della civiltà contemporanea. Il personaggio dovrebbe – nella teoria dell’autore – risultare affascinante, misterioso; in realtà, questi “anti-eroi” tronfi e distaccati hanno stancato da un bel pezzo.
I due si incontrano nella maniera più prevedibile e imbarazzante: Daniel, ubriaco alla guida come ogni bohémien che si rispetti, tampona l’auto di Clare e del suo fidanzato. Daniel è lievemente ferito e l’ambulanza tarda ad arrivare. Clare, senza badare all’auto fracassata e al fidanzato furioso, si china sullo sconosciuto, lo rassicura e insiste per portarlo immediatamente all’ospedale. La brava crocerossina e il pirata della strada si attraggono l’un l’altro, da subito. Inizia così una storia d’amore tanto noiosa quanto inspiegabile; Clare era felice fino a un momento prima, soddisfatta del suo uomo e della sua vita, ma l’incontro con Daniel la sconvolge completamente. Nel corso di un finesettimana in Provenza, non esita a tradire principi e fidanzato; quest’ultimo non può che suscitare la pena del lettore: l’avvocato Stefano Panbianco è la quintessenza della borghesia milanese. De Carlo cerca in ogni modo di renderlo ridicolo: è superficiale, mammone, egocentrico. Ridicolo lo è di sicuro, ma non più dei due protagonisti. Alla fine suscita perfino un po’ di pietà, vittima di un tradimento istantaneo e illogico.
Una lettura che potremmo definire quantomeno “rassicurante”: fin dal primo, fatidico incontro, sappiamo già cosa accadrà e come andrà a finire. Il problema maggiore è costituito proprio dal finale: il culmine della banalità, l’apoteosi del già visto. Peggio di un filmetto romantico con Julia Roberts: privo di spessore, di sfumature e di qualsivoglia imprevisto.
Potremmo ancora salvarlo; sfogliatelo se siete in spiaggia, sotto il sole, con poca (pochissima) voglia di pensare. In effetti può sostituire benissimo una rivista di gossip. Di certo non merita una lettura attenta e profonda, sarebbe tempo sprecato. In entrambi i casi, lo chiuderete con una profonda antipatia per Lui e per Lei. E per l’autore che li ha creati.
Andrea De Carlo, Lei e Lui, Bompiani Vintage, 2011, pp. 570, euro 14,00.