Torino 25
L’infelicità e la solitudine sono in agguato dietro l’angolo: siamo condannati all’estinzione, come l’uomo di Neandertal, o proiettati verso una rinascita?
Ambientata negli anni Novanta, è la storia di Guido, un diciassettenne che vive nella zona di Neandertal, nei pressi di Dusseldorf. Fin da quando era bambino, Guido soffre di una malattia che condiziona la sua vita sociale: la neurodermatite, una forma particolare di eczema cronico simile alla psoriasi, aggravata da stress e problemi psichici.
Guido conduce all’apparenza una vita normale, come tanti ragazzi della sua età: ogni tanto si fa una canna con gli amici, fa a gara a chi beve più birra, ha persino una ragazza che tenta di stabilire con lui un rapporto più profondo. Ma l’impulso di grattarsi è irresistibile e Guido finisce in ospedale per le escoriazioni che si autoinfligge a causa del terribile prurito. Da qui inizia la sua “rinascita”, anche grazie a una terapia psicologica – che all’inizio lui giudicava inutile.
Guido riflette: le cose sono davvero quelle che appaiono oppure, al di là dell’ordine e della normalità, c’è un malessere di fondo che coinvolge non soltanto lui, ma tutti quelli che gli stanno intorno? La scoperta dell’alcolismo della madre legata dell’infedeltà del padre e l’amicizia con Rudi, un ragazzo carismatico e sicuro di sé ma non meno infelice, lo porterà verso una soluzione, passando per fasi alterne: la complicità, l’egoismo, la comprensione e la riappacificazione con se stesso e con i suoi familiari.
Basato sull’esperienza personale del regista Ingo Haeb, esattamente nel periodo del racconto, Neandertal è la parabola di un adolescente, la storia della sua “evoluzione”. Ma anche del conflitto generazionale che erige muri apparentemente insormontabili tra genitori e figli, salvo poi scoprire che tanto i problemi degli adulti quanto quelli dei giovani sono riconducibili a una matrice comune e che la soluzione è più a portata di mano di quanto non si creda.
Ingo Haeb ha studiato all’Accademia della comunicazione di Colonia e all’Accademia di cinema e televisione di Berlino. Dopo numerosi cortometraggi, fra cui Derby (1999), ha diretto MTV Alarm (TV, 1998), scritto il soggetto di Narren (2003) e la sceneggiatura di Am Tag Als Bobby Ewing Strab (2005) di Lars Jessen. Ha lavorato anche come attore, in Sie Haben Knut (2003) di Stefan Krohmers; dal 2000 è professore di sceneggiatura e script editing all’Accademia della comunicazione di Colonia e alla Hochschule für Bildende Künste di Amburgo. Jan-Christoph Glaser, dopo gli studi di scienze della comunicazione a filologia al Politecnico di Berlino, ha lavorato come montatore e regista in diversi cortometraggi e al serial TV Auftrag Moabit (1998); come regista ha firmato Glasgow (cm, 2000) e come coregista Detroit (2003), insieme a Carsten Ludwig.
Neandertal
Regia: Ingo Haeb e Jam-Christoph Glaser
Sceneggiatura: Ingo Haeb
Fotografia: Ralf M. Mendle
Scenografia: Oliver Koch
Montaggio: Sara Levine
Suono: Matthias Haeb
Musica: Jakob Ilja
Cast: Jakob Matschenz (Guido), Andreas Schmidt (Rudi), Johanna Gastdorf (la madre di Guido), Falk Rockstoh (il padre di Guido), Tim Egloff (Martin), Luana Bellinghausen (Katrin), Philippe Modeß (Jan), Hanna Jürgens (Maria), Jens Münchow (Goran), Marx Zwinz (Bertram), Fabian Hinrichs (Richard), Ronald Mkwanasi (Spencer), Eva Mannschott (la madre di Jan), Gunnar Helm (il padre di Jan)
Produttore: Peter Rommel
Produzione: Rommel Film, Gfp Medienfonds
Distribuzione: Rommel Film
Nazione: Germania
Anno: 2006
Durata: 103 min.