Noel Gallagher in concerto a Milano

Il tour italiano del cantante inglese

Noel Gallagher non fa aspettare nemmeno un minuto i 2000 scatenati dell’Alcatraz di Milano e alle 21 in punto, appena dopo la fine del remix di If I Had A Gun… degli Amorphous Androgynous, fa capolino sul palco, quando l’adrenalina di tutti è già a mille.

Luci spente, l’urlo dei fan mischiato agli applausi, arriva lui, un 44enne ancora in grado di fare venire i brividi a chi di anni ne ha almeno la metà. Si parte subito con una bella versione allegra e veloce di It’s Good To Be Free, come dire gli Oasis non ci sono più ma li porto sempre nel cuore e senza pausa si prosegue con Mucky Fingers, dove si capisce che il leit motiv della serata sarà un’ondata di energia tra palco e pubblico. Dopo un breve saluto in italiano, si passa finalmente ai pezzi degli High Flying Birds con la bellissima Everybody’s On The Run accolta da mani al cielo e grandi cori, seguita dalla salterina Dream On.

If I Had A Gun… è il primo momento ballad della serata, mentre la b-side The Good Rebel fa da apripista alla scanzonata The Death Of You And Me, una di quelle che se su disco mette allegria dal vivo ancora di più.

Freaky Teeth viene annunciata da Noel come una novità, in realtà i suoi seguaci costantemente aggiornati la conoscono già a memoria; è poi il turno di un altro ritorno al passato, Gallagher zittisce tutti e inizia a intonare, chitarra acustica alla mano, Wonderwall. Qui è inutile spendere parole, certi pezzi sono sempre garanzia di emozioni. Supersonic senza chitarre elettriche e la voce tagliente di Liam perde un po’ la sua essenza, ma è pur sempre uno degli inni e la gente lo accoglie come tale.

Si ritorna al nuovo con (I Wanna Live in a Dream in My) Record Machine e Aka… What  A Life dedicata per l’occasione a Mario Balotelli, bomber del Manchester City, fantastica dal vivo.

Più energica del solito Talk Tonight, una della magiche b-side targate Oasis, mentre ha reso meno che su disco Soldier Boys And Jesus Freak . A questo punto il pubblico inizia a chiedere con insistenza The Masterplan ma Noel, poco avvezzo ai cambiamenti di scaletta, liquida la richiesta con un sorriso e un “Compratela su iTunes o ascoltatela dall’album” e fa partire la bellissima Aka…Broken Arrow.

La platea è assoluta protagonista in Half The World Away, cantata da tutti dall’inizio alla fine e accompagnata dal classico battimani. Ultima perla prima dell’encore una delle migliori del disco degli High Flying Birds (Stranded On) The Wrong Beach, che ha rispettato le premesse anche live.

Dopo la pausa si ritorna con Little By Little e si spinge ancora per The Masterplan, con tanto di coro del ritornello. Mr. Gallagher ascolta e si complimenta, ma non cede alle richieste, tocca infatti a The Importance Of Being Idle. Siamo vicini alla fine, tutti lo sanno e per questo si canta con tutto il fiato e l’energia che rimane in corpo. Alla fine Noel, come ringraziamento, propone ai suoi devoti la scelta per il pezzo finale che ricade puntualmente su quella che lui avrebbe dovuto suonare, ossia quella Don’t Look Back In Anger sempre presente dal 1995 ad oggi.

La conclusione è una standing ovation unica per il cantante, in grande forma in tutti i sensi, ma anche per il resto del gruppo Russel Pritchard (basso), Jeremy Stacey (batteria), Tim Smith (chitarra) e una vecchia conoscenza degli Oasis come Mike Rowe (tastiere), davvero molto bravi e professionali.

Sono pochi i commenti da fare su questo concerto se non dire che bisognava esserci…E per chi non c’è stato, c’è la possibilità di recuperare il prossimo 13 marzo all’Atlantico di Roma.  

 

SETLIST:
1. (It’s Good) To Be Free
2. Mucky Fingers
3. Everybody’s on the Run
4. Dream On
5. If I Had a Gun…
6. The Good Rebel
7. The Death of You and Me
8. Freaky Teeth
9. Wonderwall
10. Supersonic
11. (I Wanna Live in a Dream in My) Record Machine
12. AKA… What a Life!
13. Talk Tonight
14. Soldier Boys and Jesus Freaks
15. AKA… Broken Arrow
16. Half The World Away
17. (Stranded On) The Wrong Beach
Encore:
18. Little By Little
19. The Importance of Being Idle
20. Don’t Look Back In Anger